La recensione di “Leone”, il libro di Paola Mastrocola, a cura di Anna Maria Laurano

“Leone” è il nome del giovane protagonista che ha sei anni e vive in un quartiere di Bussolo, in un’anonima città. Le giornate di questo bambino trascorrono all’insegna di una quotidianità un po’ spenta, in cui la maggiore gioia è la compagnia della madre Katia, cassiera di un supermercato.

Quella descritta insomma è una normalità grigia che lascia poco spazio alla fantasia e anche la narrazione si allinea alla rappresentazione di questo mondo assumendo, nelle prime pagine, uno stile quasi giornalistico e soffermandosi sulle semplici azioni della quotidianità.

La svolta avviene quando un giorno Katia sorprende il figlio a pregare.

Il gesto in apparenza “normale”, che non dovrebbe destare preoccupazioni, inizia a sembrare agli occhi di Katia la spia di un problema interiore. Forse ha ragione, perché un giorno Leone viene postato su Facebook, dai figli di alcuni amici, nell’atto di pregare e il bambino diventa oggetto di feroce scherno a scuola. Non solo: la direttrice in persona le ricorda che il loro istituto non può privilegiare una religione rispetto alle altre e che per questa e molte altre ragioni le preghiere di Leone sono fonte di grave imbarazzo.

Il bambino però non vuole saperne di smettere e il suo vizio manda in crisi la madre. “Perché ti dà così fastidio che tuo figlio preghi?… Fastidio, sì, perché non avrebbe dovuto darle fastidio?… soprattutto, aveva paura che gli altri ridessero di suo figlio, che lo prendessero in giro. Era questo che le dava fastidio, il pensiero che Leone si sentisse fuori posto, un bambino sbagliato…Ma non era tutto lì, c’era altro…”

Questo altro va ricercato in una perdita, nella perdita di un aiuto sicuro e sempre presente per Katia: sua madre. Ed è in questa perdita che Katia deve trovare la risposta al perché suo figlio abbia iniziato a pregare. Anche Leone cerca risposte da questi adulti capaci solo di difenderlo con il silenzio perché convinti che ad un bambino tanto poi la tristezza passa. E così parla ogni giorno con Gesù e non gli importano le prese in giro dei compagni. Lui parla con un amico che lo aspetta, in qualsiasi momento.

“Ce ne stiamo seduti lì e non facciamo niente. Io gli parlo e lui mi ascolta. E sai una cosa bellissima? Non se ne va mai! Non ha mai fretta, non scappa via. E’ sempre lì fermo su quella panchina, basta che io ci vado e lui c’è”… Forse come non riusciamo a fare noi adulti?

Così sarà proprio nel rapporto che Katia ha avuto con la sua mamma, nel rileggere e rivivere il passato con lei che troverà la risposta al comportamento di Leone. Lei ha perso la sua mamma, Leone ha perso una nonna, ma ora con la nonna esiste un altro tipo di legame, intrecciato da un filo invisibile agli altri. Leone il filo però lo vede ed è fatto di preghiere, di gesti, di riti che lei gli ha insegnato.

Un libro dunque che tratta temi importanti, soprattutto in momenti di crisi come quelli che la pandemia sta evidenziando: la condizione dell’anziano, la morte, la solitudine, la creazione di legami affettivi, la preghiera, la fede.. e lo fa sia con gli occhi di un bambino che con gli occhi dell’adulto.

Ci si ritrova immersi, in una favola reale sospesa tra un flashback di ricordo di una persona cara che non c’è più e la durezza della vita reale e l’autrice sa essere, con la sua proverbiale delicatezza, provocatoria e controcorrente.

Ma superando la trama- che affascina, avvolge, intriga- l’aspetto che più colpisce in questo personaggio è forse dovuto al fatto che ci si è abituati ad attribuire alla preghiera una dimensione del tutto introspettiva, Leone invece non si astrae, non utilizza la preghiera come momento di fuga. Leone è nel suo momento e nella sua realtà, e tutto ciò che nel romanzo avviene ne è conseguenza.

Leone prega e le cose che chiede un po’ si avverano. Si sarebbero avverate comunque? E quanto conta il filo segreto che lega una nonna al nipote? L’unica certezza è che il mondo intorno cambia e nessuno sarà più com’era.

Paola Mastrocola ha scritto un romanzo sul potere dirompente di credere in qualcosa e noi lettori siamo chiamati a chiederci cosa sia questa preghiera, questo gesto così spontaneo e naturale che riguarda tutti noi, quale sia l’essenza della magia che a volte sembra circondare le nostre vite.

AUTORE: PAOLA MASTROCOLA

TITOLO: LEONE

EDITORE:EINAUDI

COLLANA:SUPERCORALLI

PAGINE:223

L’autrice

Paola Mastrocola nasce a Torino da padre abruzzese e da madre piemontese . Frequenta il liceo classico Massimo D’Azeglio, poi la facoltà di lettere e intanto fra il 1977 e il 1980 pubblica le prime poesie.

Dal 2000, come dirà lei stessa “diventa scrittrice”. Nel 2004 vince il Super Campiello con il romanzo “Una barca nel bosco”, l’anno dopo scrive “Che animale sei?” che inaugura il filone dei “romanzi favola”.

Nel 2018 con il romanzo “Leone” torna ad un romanzo in cui i legami, il credere in qualcosa, sono la base.