Periodicamente i soci CAI si riuniscono a congresso in una località italiana per discutere di argomenti d’ordine generale. Ascoli ne ha ospitati due: il 21° svoltosi nel 1889 e il 91° nel 1983. Nel primo caso fu edita la famosa guida rossa e la prima carta della Provincia di Ascoli. mentre nell’edizione più recente fu una data storica per la sezione che festeggiava il centenario della sua fondazione. Quest’anno il 25-26 novembre si è svolto a Roma il 101° Congresso Nazionale con la partecipazione di diverse centinaia di soci.

Il Congresso era dedicato alla situazione della montagna nell’era del cambiamento climatico che rappresenta per le terre alte un aggravio dei problemi già esistenti. Gli intervenuti sono stati tanti, soci e socie innanzi tutto, scienziati, politici, rappresentanti di altre associazioni gestiti da par suo da Licia Colò. Fondamentale il suo aiuto grazie alla sua esperienza di conduttrice di programmi televisivi dedicati alla natura.

È evidente che il quadro generale della salute del pianeta ci è cambiato sotto agli occhi e fa sempre impressione ascoltare un glaciologo. In questo caso Valter Maggi autodefinitosi forse l’ultimo presidente del Comitato Glaciologico Italiano che, è bene dirlo, nacque nel 1895 all’interno del CAI. Uno dei segnali più gravi del cambiamento climatico è infatti la rapidità con cui i ghiacciai si stanno sciogliendo. Questo produrrà la perdita di interi ecosistemi montani che non riescono ad adeguarsi in così poco tempo all’innalzamento delle temperature, con conseguente riduzione della biodiversità. Il Congresso però è stato proposto con l’obiettivo di suggerire proposte concrete per il futuro della montagna. Non si non può limitare ad essere un incontro sulla climatologia o di pura elencazione di buoni propositi.

Sostenibilità in montagna

Per fare ciò sono stati attivati tre tavoli di lavoro ai quali da parecchi mesi hanno lavorato diversi soci che hanno approfondito tre aspetti tra loro correlati della sostenibilità in montagna.

1) L’aspetto ambientale (il Capitale naturale, costituito dai beni naturali, animali e da componenti non viventi, come aria, acqua e suolo: il 90% delle sorgenti d’acqua si trovano in montagna!).

2) L’aspetto sociale (la frequentazione responsabile della montagna e qui l’operato dei soci CAI è partecipe in prima persona e si fonda su un equilibrio non facile tra libertà e limite).

3) L’aspetto economico (lo sviluppo della montagna, ovvero dare opportunità di vita e di lavoro a chi vive in montagna e nel contempo preservarla).

L’Intervento per il CAI di Don Luigi Ciotti

L’intervento più sentito ed ascoltato è stato quello di un socio particolare della sezione CAIdi Pieve di Cadore: Don Luigi Ciotti! E non poteva essere altrimenti, vista la dimensione del personaggio e l’argomento trattato. Da montanaro, il primo pensiero è andato alla dimensione spirituale del cammino in montagna. Questo percorso permette di guardare al cielo e a Dio senza mai dimenticare la responsabilità a cui ci chiama la Terra. Saldatura che si ritrova proprio nell’encliclica Laudato sì del 2015, ma non solo. Si trova anche nell’Esortazione Apostolica Laudate deum dello scorso 4 ottobre, festa di San Francesco, con le quali il papa c’invita ad avere cura della Casa Comune. A non dimenticarci il passaggio fondamentale della transizione ecologica e sollecitandoci ad un cambiamento dei nostri stili di vita,

Ecco quindi l’esortazione di don Ciotti che la Laudato sì diventi Laudato “qui”. Non possiamo più permetterci di perdere altro tempo. Altra riflessione, sempre da montanaro, riguarda la perdita di servizi per le persone che vivono nelle terre alte. Salute, scuola, cultura, banda larga sono mancanze che tolgono libertà e dignità alla gente. Il suo intervento si è concluso in modo graffiante con l’ennesima denuncia di forme di riciclaccio di denaro delle organizzazioni mafiose che sono andate ad investire in zone di montagna appetibili. Adesso a Dubai si è aperta Cop28, la conferenza ONU sui cambiamenti climatici e vedremo se ci sarà un segnale positivo di inversione di tendenza da parte delle potenze economiche della terra. Non c’è da farsi illusioni. Forse è questo il motivo per il quale il papa si rivolge a tutti noi. Si sono create comunità Laudato sì in tutto il mondo e si presta attenzione alle associazioni più sensibili. Intanto ricordiamoci che l’11 dicembre è la Giornata della Montagna istituita dall’Onu nel 2002 e quest’anno non a caso dedicata proprio al ripristino degli ecosistemi in montagna.