E’ proprio vero che camminare o fare movimento fa bene! Con l’articolo pubblicato oggi la nostra rubrica “Itinerari Piceni”, tenuta quindicinalmente da Franco Laganà, arriva a quota 300 articoli. Un grande traguardo di longevità e l’attestazione che, quando nel 2010 chiedemmo all’ing. Laganà di proporre la “scoperta lenta” del territorio avevamo proprio individuato la persona dal passo giusto e con lo zaino pieno di cose da raccontare.Un uomo ricco di curiosità storiche, naturalistiche, logistiche, architettoniche insomma culturali e sociali giuste! Si tratta di una tappa con la possibilità di continuare per nuovi traguardi a piedi, in bicicletta o semplicemente da lettori. Grazie a Franco Laganà, ai nostri lettori ed a quanti si preparano all’ascolto della 200ma trasmissione di “Diari di Vetta” (gennaio 2024). Questa è la versione ampliata ed approfondita degli “Itinerari Piceni” in onda su Radio Ascoli ogni quindici giorni. Ai microfoni, la conduzione unica è sempre di Franco Laganà. Un camminatore che racconta e che si fa promotore di compagnia e pellegrino sulle strade della ricerca del bello e del rapporto pacifico con il Creato. Grazie, Franco. LVP

300 volte itinerari piceni: I Trent’anni del Parco nazionale dei Monti Sibillini

Ciò che leggete è l’articolo numero 300 della rubrica Itinerari piceni. Questa esordì il 10 aprile 2010 con il più classico dei percorsi ascolani: la salita da Ascoli a Colle San Marco. Il testo iniziava con la straordinaria descrizione fatta da don Giuseppe Fabiani dell’ascesa compiuta su quel sentiero del giovane Cola dell’Amatrice. L’artista su accompagnato dal notaio Ser Firmano Pirozzi che una domenica di settembre 1509 andò a firmare il contratto per la realizzazione del polittico di Piagge. L’articolo era accompagnato da un Focus dedicato alla legge regionale appena approvata che istituiva la rete escursionistica marchigiana. In esso si evidenziavano gli aspetti sottesi alla frequentazione della montagna: ludici, sportivi, ma anche educativi e turistici. A distanza di così tanto tempo si potrebbe riflettere sui cambiamenti evidenti, direi molto positivi, avvenuti nell’escursionismo locale. Lo farò sicuramente, ma non adesso, perché c’è un altro anniversario a cifra tonda da festeggiare. La nascita avvenuta trent’anni fa del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Tanto per fare un conto, dei 300 articoli di questa rubrica, ben 65 riguardano itinerari sui Sibillini. Sulla genesi del Parco che ha portato alla sua istituzione c’è un bel libro realizzato nel 1999 dalla Sezione CAI di Ascoli Piceno. Li si racconta di tutte le ferite inferte alla montagna, dalla famigerata strada della Sibilla alle captazioni idriche selvagge. Addirittura i tentativi di realizzare una funivia dall’Infernaccio ed un poligono di tiro militare al Piano della Gardosa. Poi la presa di coscienza di un manipolo di montanari ambientalisti tra i quali si evidenzia la figura di William Scalabroni. Da ricordare il salvataggio della secolare faggeta di San Leonardo che rischiò il taglio totale. Fino ad arrivare alla costituzione di un primo comitato promotore del Parco avvenuta nel 1985, al quale aderirono le maggiori organizzazioni ambientaliste nazionali. Infine, il 6 agosto 1993 fu pubblicato il Decreto del Presidente della Repubblica Scalfaro che istituì il Parco. Il 19 ottobre a Visso si svolse la cerimonia d’insediamento.

Le celebrazioni per l’anniversario

Intanto sono iniziate le celebrazioni per il trentennale con tante iniziative messe in campo. La prima iniziativa in ordine di tempo è avvenuta il 6 agosto nella piazza nuova di Visso, il centro storico purtroppo è ancora zona rossa. Realizzata una tavola rotonda promossa dal Parco stesso e coordinata dal giornalista Carlo Pagliacci dal titolo “Raccontare i Sibillini”.

A questa hanno partecipato autori che hanno di recente narrato i Sibillini; tra loro c’era Venanzina Capuzi. Quest’ultimo ha raccontato l’esperienza del laboratorio di scrittura realizzato a Visso nella biblioteca della scuola e da cui è nata un’autobiografia di comunità. Gli esiti sono stati raccolti nel libro di Paolo Coppari “Nelle mie montagne che cambiano ogni giorno, autobiografia di comunità dell’Alto Nera”. Due fotografi hanno raccontato le loro esperienze: Giorgio Tassi di Amandola, con “Io e Aquila” sull’incontro a tu per tu con il rapace durato diversi mesi. L’altro è Matthias Canapini, blogger fanese sempre in viaggio con taccuino e macchina fotografica. Quest’ultimo ha scritto “Il passo dell’acero rosso. Alberi, pecore e macerie”, una testimonianza delle comunità che con tenacia resistono alle difficoltà dovute al sisma. E poi, ancora, la scrittrice Maria Cristina Garofalo, con il suo “L’attimo prima del passato”. Un viaggio per recuperare pezzi di memoria nella storia del borgo di Umbriano in Valnerina attraverso gli occhi dell’ultimo vecchio che ricorda e racconta.

Sul palco c’era anche il sottoscritto, ma con un libro ancora da pubblicare di cui parlerò in un prossimo articolo. Un accenno va fatto al finale gastronomico, perché a conclusione dell’iniziativa di Visso c’è stata anche l’intervista ad Enrico Mazzaroni fresco di una stella Michelin. Lo chef è divenuto un simbolo di attaccamento ad un territorio. Egli ha raccontato della sua scelta di tornare ad operare nel suo locale di Isola San Biagio all’interno del Parco Nazionale. Ha accompagnato le sue riflessioni offrendo ai presenti gustosi piatti preparati con ingredienti locali, compresa l’acqua aromatizzata al ginepro dei Sibillini. Pensiero finale del presidente del Parco Andrea Spaterna.

“coniugare la tutela e la conservazione con lo sviluppo sostenibile del territorio, così da andare incontro alle legittime esigenze delle comunità locali”.

di Franco Laganà