Nel 1923, alla fine della Guerra Civile Irlandese, nell’isola fittizia di Inisherin, si svolge la storia raccontata dal film: Gli Spiriti dell’Isola. La vicenda è semplice. Il violinista Colm (Brendan Gleeson) decide di interrompere il suo rapporto di fratellanza con il suo migliore amico, il mandriano Padraic (Colin Farrell). Il Motivo? Colm si è stufato di ascoltare i discorsi di Padraic definiti come noiosi dal musicista. Padraic cercherà in tutti i modi di riconquistare l’amico a costo di scombussolare le abitudini degli abitanti dell’isola dove vivono.

Dalla Fiaba…

Il regista della pellicola, Martin McDonagh, decide di tornare alle origini della sua carriera. Prende un testo teatrale, scritto da lui stesso, che non hai messo in scena, e lo traspone sul grande schermo creando una commedia cupa dal forte impatto emotivo. 8 candidature ai premi Oscar che suggellano il successo di incassi in America e in Europa. Un trionfo che si fa forza con la narrazione del film che riesce nella non facile impresa di unire stili umoristici diversi, che spaziano dalla commedia surreale, passando per il sarcasmo, fino al grottesco. Tutto ciò senza mai cadere nella retorica e nella banalità.

Il carattere folle e stralunato della pellicola è giustificato dall’ambientazione in cui la vicenda è ambientata. Nell’isola di Inisherin ogni abitante del villaggio ha un ruolo nella narrazione. Il matto del villaggio, l’oste, il poliziotto, la vegente sono delle spalle comiche che amplificano l’assurdità della vicenda e che, come personaggi fantastici aiutano o ostacolano i due protagonisti verso la risoluzione del loro conflitto. Nell’assurdità dei loro comportamenti sembra che tutto può accadere, sembra che possa accadere una magia da un momento all’altro ma ciò alla fine non avviene. Quello che succede è che il grottesco diventa dramma e la vicenda prende una piega inaspettata. La follia umana sostituisce l’elemento magico all’interno di questa fiaba.

… al Dramma

Come nelle più classiche delle piece teatrali arriva il colpo di scena a cambiare le sorti dei nostri protagonisti. Un’azione che sconvolge quello che abbiamo visto, che tramuta la commedia in dramma vero e proprio. Un cambio di paradigma già annunciato dai dialoghi fatti in precedenza in cui si annuncia il tema centrale del film: la solitudine. Una solitudine angosciante che diventa tragedia nell’isola, simbolo per eccellenza del distacco dagli altri. Uno sconforto allietato solo in parte dalla commedia ma che aleggia sempre nell’aria come un pensiero costante. La velocità dello scorrere del tempo che incombe sulle vite dei nostri protagonisti li porta a pensare a come risolvere il problema dello stare al mondo. C’è chi cerca di risolverlo con la sua arte, chi nella ricerca degli affetti e chi nel lavoro. La ricerca della propria felicità rischia di pesare sugli altri. Quando la ricerca di essa diventa egoismo e costrizione verso gli altri è facile passare dalla commedia alla tragedia.

Gli Spiriti dell’Isola. Le conclusioni

Una delle commedie meglio riuscite della precedente stagione cinematografica. Da non perdere al cinema perchè la visione del mondo “fiabesco” creato dal regista è da togliere il fiato. Una commedia riservata agli adulti perchè cela spazi di riflessioni non adatti ai più giovani. Una pellicola per gli amanti del teatro perchè la storia si fa forza sui dialoghi e nelle emozioni trasmesse dalla mimica dei personaggi.

Voto film: 6/7
di Quinto De Angelis