Il giorno 27 novembre nella Sala della Ragione di Palazzo dei Capitani si è tenuta la presentazione del terzo volume dell’epistolario marcucciano. Esso si basa sulla corrispondenza intercorsa tra il Venerabile e Suor Maria Petronilla Capozi. Dopo l’inno al Venerabile Marcucci con il titolo “Apristi l’anima”, segue il saluto del Sindaco Marco Fioravanti. Quest’ultimo si mostra lieto di riconoscere l’importanza che questa città nutre al Venerabile Marcucci per i suoi scritti e per sue opere. Il testo che viene presentato appartiene all’Opera Omnia degli scritti marcucciani. Terzo volume del complesso epistolare che abbraccia dal 1766 al 1776 la corrispondenza tra Monsignor Marcucci e la giovane Petronilla Capozi. La ragazza non ha ancora 18 anni quando entra nella Congregazione a sottolineare la sua devozione per il signore. Il nostro Vescovo Gianpiero Palmieri, che ne ha curato la presentazione, entra nel mondo interiore dei due protagonisti diversi per età e sensibilità, entrambi accomunati dalla ricerca e dall’amore per Dio e per la Vergine.

Marcucci e Petronilla. Un esempio di fede

Attraverso queste epistole scritte in latino e diligentemente tradotte in italiano dal professor Alberto Cettoli negli anni 1999-2000, viene espresso il progetto culturale portato avanti dal Marcucci. Il Marcucci indirizza e guida Petronilla su come orientare gli studi e la giovane risponde con l’umiltà e la dedizione. Petronilla manifestando una fiducia convinta in ogni suo insegnamento. La sua mente fervida la porta a conseguire rapidamente una cultura insolita in quel periodo. Quando è ancora novizia nella congregazione porterà a compimento gli studi di Antropologia. Subito dopo diventerà anche insegnante delle sue consorelle e proseguirà a studiare grammatica greca, latino e spagnolo; si accosterà all’opera di S. Agostino, scriverà articoli in cui contribuirà a chiarificare passaggi controversi su fondamentali temi di fede e di teologia sacramentaria.

La malattia e la scrittura

Il suo punto di riferimento è sempre Monsignor Marcucci che lei chiama affettuosamente “Padre mio” e a cui chiede come approfondire le sue conoscenze. Da parte sua il beato si preoccuperà anche di raccomandarle riposo e cura della sua salute. Marcucci sa che la ragazza è affetta da una malattia che la condurrà a morte all’età di 27 anni. Forse, proprio per questa malattia noi possiamo contare su questo prezioso epistolario. Suor Petronilla dovrà spesso lasciare la città per la necessità di curare la propria salute e non potendo quindi vedere spesso il maestro seguirà con lui lezioni a distanza attraverso questa corrispondenza.  Siamo nel ‘700, in un regime di misoginia nei confronti della donna, quindi l’apertura alla crescita della donna nei vari ambiti non deve apparirci scontata, ma piuttosto innovativa. Il suo comportamento favorirà certo quel processo di emancipazione che era sconosciuto e contrastato in quel periodo. 

Il loro aver proseguito nel tempo a mantenere attraverso l’insegnamento nelle loro scuole la testimonianza di vita e l’amore nei confronti di una cultura che possa incrementare crescita umana. Ancora una volta abbiamo apprezzato il Venerabile Marcucci per l’esercizio delle sue molteplici attitudini e si è chiuso l’incontro e la presentazione dell’epistolario con l’augurio di tutti che non tardi la già avviata sua promulgazione a Beato.

di Gabriella Guffi Goffi