“Insieme” per combattere la povertà e far del bene all’ambiente. Si chiama “Insieme”, infatti, il progetto finanziato dalla regione Marche, con risorse del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, teso al recupero delle eccedenze alimentari nel nostro territorio.

Acronimo di “iniziative solidali inclusive e di mediazione”, sarà gestito dal Polo di Accoglienza e Solidarietà e, in particolare, dall’associazione Betania che gestisce l’Emporio della Carità Madonna delle Grazie e da Zarepta, che da anni si occupa di fornire pasti caldi a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Gli obiettivi

“Il progetto “Insieme” – ha spiegato il presidente di Zarepta Corrado Bruni – fa parte di un progetto più ampio di contrasto alla povertà e allo spreco alimentare, considerato dalla Chiesa – e dal Papa in primis – moralmente inaccettabile. I destinatari principali saranno ristoranti, produttori e grande distribuzione, chiamati a donare le eccedenze alimentari.

Un cambio di rotta

“Stiamo assistendo ad un cambiamento di mentalità – prosegue Bruni – da cui derivano processi virtuosi: dai cuochi fantasiosi che riescono a riciclare le bucce di frutta e verdura, al fatto di chiedere, quando andiamo al ristorante, di portare a casa ciò che abbiamo ordinato ed eventualmente non riusciamo a mangiare. Tutto questo è virtuoso, perché lo spreco non va considerato solo in riferimento al prodotto finito ma anche delle materie prime. Infatti, sappiamo ad esempio che per produrre un chilo di carne occorrono quantità industriali di acqua, quindi cestinando la carne sprechiamo anche le sostanze naturali utilizzate per produrla”.

Qualche dato

“I dati sullo spreco del cibo a livello universale sono sconfortanti. Pensiamo soltanto che quindici anni fa la grande distribuzione buttava, anche a 15 giorni dalla scadenza, prodotti che erano perfettamente consumabili. Con una punta di orgoglio posso dirvi che Zarepta da anni è impegnata nel recupero delle eccedenze alimentari, perché riceve dalla grande distribuzione prodotti prossimi alla scadenza, ma ancora vendibili. Da oggi, questa attività viene non solo istituzionalizzata, ma anche meglio organizzata, attraverso un APP dedicata, che permetterà anche di rendere la raccolta delle eccedenze alimentari conveniente dal punto di vista fiscale, con sgravi sull’IVA e sulla tassa dei rifiuti, di cui potranno usufruire tutti coloro che conferiranno le eccedenze alimentari”.

A questo link trovate un video esplicativo relativo a questo aspetto dell’iniziativa.

L’APP, dunque, sarà lo strumento che permetterà un più facile incontro tra donatori di eccedenze alimentari (ristoratori, produttori e grande distribuzione) e gli operatori di Zarepta e Betania.

Lo spreco alimentare impatta anche sull’ambiente

“In Italia, secondo uno studio del Politecnico di Milano insieme ai Banchi Alimentari, ogni anno vengono generati 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze lungo tutta la filiera, dal campo alla consumazione – afferma Mimmo Bianchini di Betania – di questi 5,1 milioni sono di cibo, che rappresentano il 15% dei consumi annui alimentari. Dobbiamo pensare che questi 5.6 sono rifiuti e sono stati prodotti consumando anche energia. Per questo lo spreco di cibo diventa anche un problema ambientale”.

“A livello pratico, le eccedenze alimentari provenienti dalla grande distribuzione saranno riutilizzate all’Emporio della Carità, mentre la ristorazione si potrà orientare verso una gestione più immediata: infatti Zarepta potrà utilizzare i prodotti cucinati ma non consumati sia offrendoli il giorno successivo, sia abbatterli e conservarli per essere consumati successivamente”.

BringTheFood

“La APP “Bring the Food” – prosegue Bianchini – ci serve per mettere in collegamento i donatori con Betania e Zarepta; la metteremo a disposizione dei donatori in modo che le due associazioni possano andare a recuperare questi cibi nei modi previsti dalla legge per la sicurezza alimentare. L’APP, oltre a facilitare la rete tra donatori e riceventi, produrrà per ogni donazione la documentazione che servirà al donatore per usufruire degli sgravi fiscali previsti. In ultimo, consentirà ai comuni di lavorare sulla tassazione dei rifiuti, in modo da offrire ai donatori anche questa possibilità. Il prossimo passo per implementare questo progetto sarà preparare una lista di potenziali donatori, a partire da coloro che già lavorano con noi, e contattarli”.

Il PAS

“Insieme” è uno dei tanti risultati del lavoro di rete che, ogni giorno, svolgono le associazioni aderenti al Polo di Accoglienza e Solidarietà.

«Quando nel 2015 – spiega il presidente del PAS Pino Felicetti – abbiamo iniziato il percorso di rete con poche associazioni (adesso siamo 19) avevamo due obiettivi: fare meglio le cose , farle insieme e generare valore aggiunto dalle relazioni. Questo progetto è veramente un valore aggiunto generato dalle relazioni interne al PAS. Inoltre, mi piace sottolineare come per lungo tempo, a livello culturale, si sia parlato di primo, secondo e terzo settore come di ambiti separati, che non si parlavano. Adesso, invece, parliamo di welfare di comunità: si è radicata l’idea che il settore pubblico e il volontariato possano, anzi debbano, mettersi insieme per raggiungere gli obiettivi. In questo progetto, inoltre, è coinvolto anche il settore profit, che può donare le eccedenze che produce».

Il Welfare di Comunità

«Ringrazio tutte le associazioni che operano in questo settore – aggiunge l’assessore alle politiche sociali del comune di Ascoli Massimiliano Brugni – con le quali la collaborazione è pressoché totale. L’amministrazione, infatti, condivide direttamente con loro delibere e bandi, proprio perché loro operano praticamente in questo settore. Per quanto riguarda questo progetto, credo sia importante anche sotto un profilo culturale ed educativo. Infatti, nella campagna educativa prevista mireremo ad educare la collettività a generare meno eccedenze alimentari possibili, con iniziative da realizzare nelle scuole, perché questo criterio venga applicato anche dentro le famiglie».

di Stefania Mistichelli