di Veruska Cestarelli

Trasformare lo scarto di una produzione industriale valorizzando il rifiuto al 100 %. Questo l’obiettivo ambizioso del progetto Circe cofinanziato dall’Unione Europea e che vede l’azienda ascolana Hp Composites impegnata in prima linea. Lo scopo finale è quello di valorizzare i rifiuti industriali che poi saranno trasformati in preziose materie prime utilizzabili in molteplici applicazioni.
Ne abbiamo parlato con il General Manager di HP l’ingegnere Abramo Levato.

Una sfida ambiziosa per dare una risposta concreta ai problemi ambientali?

“Hp ha sempre fatto dell’innovazione uno dei suoi maggiori punti di forza ed è per questo che abbiamo voluto partecipare al progetto Circe cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma LIFE che vede la nostra azienda nella veste di beneficiario coordinatore. Il piano di sviluppo prevede la collaborazione di tre partner industriali ed il centro di ricerca CETMA con l’obiettivo di creare un modello di economia circolare per gli scarti in fibra di carbonio non curati. In questo modo possiamo valorizzare al 100% questo tipo di rifiuto industriale che poi sarà trasformato in una preziosa materia utilizzabile in molteplici applicazioni”.

Quello che nel corso della produzione voi chiamate ‘scarto’ può quindi tornare a nuova vita ed essere valorizzato?

“In questo preciso momento storico e nel mercato mondiale in cui operiamo inizia a diventare molto importante qualificare la produzione puntando anche sull’economia circolare e quindi sull’economia sostenibile. Grazie a Circe uno scarto della fibra di carbonio, che sarebbe finito in discarica con un impatto ambientale negativo, potrebbe diventare l’inserto di una scarpa o il freno di una vettura, trovando quindi un impiego diverso.

Quanto è importante che un’azienda così strutturata per il territorio ascolano abbia un’attenzione così alta al tema dell’economia circolare?

“Stiamo investendo tanto sull’economia circolare. Quindi oltre al ri-utilizzo dei rifiuti che produciamo stiamo lavorando ad un altro grande progetto che prevede di studiare rinforzi alternativi alla fibra di carbonio che possono essere più naturali come il lino, la canapa o altre fibre naturali che hanno un impatto diverso sull’ambiente. Si tratta, ovviamente, di un progetto molto ambizioso e complesso che può raggiungere importanti obiettivi solo grazie ad una stretta collaborazione tra le istituzioni regionali, locali e le università con le quali collaboriamo per creare una rete di progettazione”.