Capelli in dono all’Ospedale pediatrico

Grazie alla Parrucchieria Pink, Malak, ha potuto aiutare dei piccoli amici

Italo Fiorin in una lettera aperta pubblicata su Avvenire sottolinea come secondo il Rapporto statistico del Ministero dell’Istruzione (2021) oggi sui banchi di scuola siedano 876.801 studenti non italiani e, se si includesse in tale stima anche i figli di coppie miste o adottati, e coloro che hanno ottenuto la cittadinanza italiana, i numeri raddoppierebbero, collocandosi tra il milione e mezzo e i due milioni di alunni (su un totale di circa otto milioni di studenti). Parliamo di persone, bambine e bambini, ragazze e giovani, già in mezzo a noi.

Mentre a livello politico si infiamma la battaglia sullo Ius scholae (come ieri quella per lo Ius culturae), la realtà delle nostre aule è molto più avanti dei contrasti di parte e ci racconta come, per gli insegnanti e i dirigenti italiani, a scuola nessuno è straniero, ma ciascuno, nella sua singolarità psicologica, sociale e culturale, è una persona da accogliere e da accompagnare nella crescita, perché possa fiorire.

Sarebbe desiderabile che la politica ascoltasse la lezione di realtà che la scuola propone e che contiene una grande saggezza: la possibilità di futuro e di sviluppo di un Paese è legata alla cura dell’intelligenza e del cuore dei bambini e dei giovani che frequentano la scuola. Intelligenza e cuore che la nostra intervista di oggi ben dimostra.

La storia di Malak

Per la rubrica ItegrAzione, abbiamo intervistato una ragazza di 12 anni che si chiama Malak; questo nome in arabo vuol dire “angelo”. Capelli e occhi scuri, snella e sorridente, Malak è nata ad Ascoli Piceno da genitori marocchini. Frequenta le scuole cittadine da quando è piccola, le piace uscire con le amiche per fare due passi, ridere, scherzare, e per fare un po’ di shopping. Adesso che fa caldo, approfitta per andare al mare con la sua famiglia.

Le sue migliori amiche sono Aurora e Natalia. <<Vengono nella mia stessa scuola – dice Malak – le conosco da quando sono piccole. Aurora dall’asilo e Natalia dalla scuola primaria: loro due sono speciali ma ho anche tanti altri amici con cui mi diverto e con cui ci parliamo a scuola>>.

Una ragazza come ogni altra della sua età ma con una particolare predisposizione e attenzione agli altri e ai bisogni di chi è meno fortunato di noi.

Cosa è successo alla fine della scuola, Malak?

<<A giugno di quest’anno, un giorno, mia madre mi ha detto che mi sarei dovuta tagliare i capelli. Lunghi e lisci, facili da sistemare in code, trecce e tanti altri modi, mi piacevano davvero tanto>>

Come hai saputo che si potevano donare i capelli?

<<La mamma mi aveva detto che nel pomeriggio, dopo i compiti, avrei dovuto tagliare i miei lunghi capelli. A scuola ne ho parlato con Michelle, una mia compagna di classe. Lei sapeva che i capelli così lunghi, potevano essere donati per fare parrucche per chi ne aveva bisogno. Sapere di poter aiutare, pur dovendo tagliarli, mi ha reso davvero felice>>.

Quindi hai accolto immediatamente l’idea?

<<Certo! Sapere che qualcuno poteva essere felice, rendeva felice anche me. L’unico problema che ci sarebbe stato è che la misura richiesta doveva essere di un certo tipo e io non sapevo se sarebbe stata sufficiente quella che avrei lasciato. Invece, dalla parrucchiera, dopo il taglio, li abbiamo misurati ed erano della lunghezza precisa per poter essere donati. Ciò mi ha riempito di gioia!>>

Questo tuo gesto potrebbe essere utile e fonte di gratitudine da parte di piccoli amici e amiche che potranno così avere dei nuovi capelli: oltre alla gioia, ora cosa resta a te?

<<Sono contenta; mi resta un senso di serenità: sono orgogliosa di aver compiuto un piccolo gesto che possa essere d’aiuto a qualcuno. Spero che altre ragazze possano fare la stessa mia scelta. È una azione che consiglio a quanti possono. Inoltre vorrei dire che è bello donare, che siano capelli o altro; è bello dare qualcosa, senza aspettarsi nulla in cambio, dare gratuitamente ciò di cui gli altri hanno bisogno. Donare ci fa sentire bene e ci rende felici perché si è fatto qualcosa per gli altri>>.

Cosa ti piacerebbe fare da grande, Malak?

<<Ancora non lo so…ogni tanto ci penso ma non sono ancora decisa…forse la dottoressa o forse la maestra… ma non so, sono indecisa. Per ora sono felice ché questo gesto possa essere conosciuto e vivo ogni giorno aiutando la mamma e facendo ciò che devo>>.

Grazie Malak. Grazie della tua generosità e del tuo sorriso. Grazie per il tuo altruismo e l’esempio che dai.

E un grazie speciale va anche alla Parrucchieria Pink che si è adoperata per cercare i contatti e trovare il modo corretto per l’invio del dono all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù a Roma.

di Serena Gregorini