Teona Strugar Mitevska, come fatto per il suo precedente film: Dio è donna e si chiama Petunya, mette in scena un dramma sociale partendo da un evento gioioso, popolare, spensierato, che lentamente si trasforma in pretesto per analizzare l’odio che gli uomini serbano per gli altri uomini. L’Appuntamento è stato presentato allo scorso Festival di Venezia, nella categoria Orizzonti, dove ha incontrato il benestare della critica e del pubblico per il suo modo originale di trattare la tematica dell’odio tra i popoli dopo un conflitto bellico.

Siamo a Sarajevo, la guerra in Jugoslavia è finita da circa 30 anni, le ricostruzioni sono terminate e la città sta acquisendo un nuovo fascino cosmopolita. In questa metropoli vive Sonja, single di 40 anni in cerca di un fidanzato. La donna, rivolgendosi ad una agenzia che organizza appuntamenti tra persone single, incontra Zoran, ex soldato serbo che ha combattuto durante il conflitto nel Balcani. Mentre la donna è in cerca dell’amore della sua vita, l’uomo è impegnato a cercare la ragazza a cui trent’anni prima ha sparato addosso durante l’occupazione della capitale Bosniaca. Quella ragazza sarà proprio Sonja?

Tutti sono vittime

La guerra nei Balcani ha messo uno contro l’altro popoli che prima erano vicini mettendo in discussione decenni di convivenza civile. Il film, al di là se Sonja sia la ragazza vittima delle azioni di Zoran, sottolinea come tutti gli interessati siano vittime. Vittima sono le persone che hanno subito la violenza della guerra ma altrettanto vittime sono gli uomini che l’hanno procurata. Questi ultimi, spesso giovani e incoscienti sono stati costretti ad imbracciare un fucile per combattere una guerra non loro. Il film riflette sulla possibilità dei civili sopravissuti – Sonja o tutti gli innocenti che lei rappresenta- di scegliere se continuare ad odiare i carnefici oppure rifondare una nazione nuova basata sulla tolleranza.

Zoran, carnefice improvvisato di un destino avverso, non ha scelta. Dovrà vivere con il rimorso perenne delle sue azioni supplicando di essere perdonato. Questa è la grande differenza tra i due gruppi: vittime, lo ripetiamo, di un destino senza scelta.

L’Appuntamento perfetto

L’appuntamento è prima di tutto un film sul perdono. Un perdono difficile da compiere perchè minato da anni di soprusi. Zoran verrà mai perdonato? Diverse generazioni si sono cimentate in questo tentativo di riconciliazione senza grandi successi. Nel film la speranza viene dai giovani, gli unici che non hanno vissuto direttamente quella tragedia. La scena finale del ballo sotterra con la danza l’ascia da guerra dello scontro slavo. Il ballo è l’unico momento in cui i colori smettono di essere freddi. Si fanno tenui e abbracciano lo spettatore nell’unico momento di svago della pellicola. I giovani con la loro mentalità aperta, e anche con un filo d’incoscienza, vogliono rifondare una nuova nazione di pace.

Consigli sparsi

Certamente non parliamo di un film leggero. Un visione complessa che analizza gli aspetti più nascosti della fine di una guerra. Un film attuale, cinico nel presentarci la realtà nella sua crudezza ma puntuale nel farci capire quello che è stato.

Voto film: 6/7

di Quinto De Angelis