Parlare con il cuore

Il messaggio di papa Francesco al centro dell’incontro tenutasi in occasione della 57ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Si è tenuta sabato scorso 28 gennaio, nella sala dell’Episcopio, la Festa del Giornalista, in occasione della festa di San Francesco di Sales.

La mattinata è stata un’occasione d’incontro per i giornalisti cattolici, che hanno avuto l’opportunità di ascoltare il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda, che ha illustrato ai presenti il messaggio del Papa. «Ogni anno aspetto il messaggio del Pontefice come un faro, la linea guida di tutto l’anno – spiega il direttore – e questo anno prende le mosse dall’ascolto con il cuore, laddove il cuore è l’essenziale, tutto ciò che è superfluo. Il cuore, in particolare, rappresenta la globalità della persona, quindi parlare con il cuore vuol dire essere coesi e parlare con tutti gli uomini e con tutto l’uomo».

L’ascolto dell’altro

Per parlare con il cuore, prima di tutto è necessario mettersi in ascolto. «Comunicare cordialmente – continua Monda – significa tacere per ascoltare e far sentire che partecipiamo alle emozioni dell’altro. Da più parti si pensa che il giornalista sia un cinico. Anche se a volte lo si può diventare, in realtà è importante che sia sempre pronto ad accogliere l’altro. Per evitare che il cuore si indurisca, bisogna quindi parlare con il cuore e custodire la libertà dell’altro».

L’uomo di oggi è immerso nel frastuono delle comunicazioni, in quelle che Monda chiama chiacchiera. «La chiacchiera è l’opposto della parola, che invece trova la sua culla nell’ascolto silenzioso. Se la chiacchiera uccide, la parola genera la vita. Compito di noi cristiani nel mondo, e in quanto tali un po’ forestieri, è combattere l’inquinamento della comunicazione, dando spazio alla parola e dando possibilità di parola a chi normalmente non ce l’ha».

L’osservatore di strada

E proprio questo fa, da qualche tempo, L’Osservatore Romano con l’esperienza dell’Osservatore di Strada. «Un giornale vero e proprio – racconta il direttore – che racconta il mondo dei senza fissa dimora che, però diventano protagonisti. Tra di loro, infatti, moltissimi hanno tanti talenti: la scrittura, il disegno, la fotografia… In questo senso L’Osservatore di Strada è la loro seconda possibilità. Inoltre, i proventi di questo giornale vanno in beneficienza. È rimasto colpito da questa esperienza anche papa Francesco, proprio perché è un giornale che fa beneficienza e contemporaneamente opera un riscatto sociale».

Il cammino sinodale e il Portale delle Narrazioni

La mattinata, moderata da Marida Pulsoni, è proseguita con il racconto da parte del vescovo Gianpiero Palmieri di come sta andando il cammino sinodale nella nostra diocesi e del Portale delle Narrazioni che presto sarà online sul sito della diocesi di Ascoli.

«Il programma di questo anno del cammino sinodale è proprio legato all’ascolto di tutti -ha affermato il vescovo – e metterci all’ascolta di tutti vuole dire capire cosa lo Spirito ci chiede oggi. Abbiamo organizzato incontri con tante categorie di persone – i giovani, i lavoratori, le famiglie eccetera – e siamo convinti che durante questi incontri il Signore parli. Come diocesi, ci siamo posti come obiettivo la ricostruzione delle relazioni sia con il mondo giovanile sia con le famiglie; ascoltare tutti e fare in modo che questo incontro rilanci su di noi, per dirci come il Signore vuole che cambiamo. Da qui nasce il Portale delle Narrazioni: uno spazio, sul sito della Diocesi, dove saranno raccolte, in forma anonima, tutte le storia che hanno lasciato un segno».

Le lettere dei giovani e il ruolo dei docenti di religione

Tra questo, non mancheranno le storie raccolte dai docenti di religione durante le lezioni dello scorso anno, quando hanno ricevuto migliaia di racconti dai loro studenti, che hanno manifestato – soprattutto rispondendo alla domanda “come stai?” – un profondo disagio ma anche una visione molto lucida della realtà. «Abbiamo una montagna di lettere dei ragazzi, dal primo al quinto anno (si parla di scuole secondarie di secondo grado, ndr). Molti scrivono di aver perso coscienza di come stanno, altri esprimono il loro disagio e moltissimi la volontà di non caricare i loro problemi sugli adulti, quasi a volerli proteggere». «Citando l’ex premier Draghi, c’è bisogno di un cambio di paradigma. A spanne – racconta ad esempio don Peppe Bianchini – ho almeno un migliaio tra messaggi online e cartacei, tra i quali ho individuato tanto disagio ma anche, fortunatamente, un virgulto di positività e di speranza».

di Stefania Mistichelli