di Franco Laganà

I Piani di Montelago nell’entroterra maceratese sono divenuti famosi per aver ospitato per anni il festival di musica celtica, ora spostato nel sottostante piano di Colfiorito, più facilmente raggiungibile.

Montelago è costituito da due piccoli altipiani carsici posti nel territorio del Comune di Sefro a circa 900 metri di altitudine.

I due piani adiacenti si sono originati nel periodo plio-pleistocenico con l’abbassamento tettonico della parte centrale del rilievo a base calcarea, formando così un bacino lacustre, parzialmente drenato dai fenomeni carsici sotterranei.

Un po’ di storia

L’area fu bonificata nella seconda metà del sec. XV da Giulio Cesare da Varano, signore di Camerino, che fece realizzare un taglio per il deflusso delle acque dal piano superiore, tuttora esistente, così da poter utilizzare stabilmente i terreni a scopo agricolo. I piani si distinguono per la ricchezza floristica, tant’è che furono individuati come Aree Floristiche Protette già nel 1979; per fare un esempio, nel piano superiore si trova un lembo di torbiera che è l’unica in tutta la nostra regione, dove crescono i rari pennacchi di colore bianco (eriophorum latifolium).

Come raggiungere Montelago

Per raggiungere Montelago si può passare per Pioraco, rinomato centro cartario fin dal medioevo, grazie alla ricchezza delle acque dei fiumi Potenza e Scarzito che si uniscono in corrispondenza del ponte Marmone di origini romane, perché a servizio di un diverticolo della via Flaminia; nel medesimo punto si trova la derivazione che alimenta le cartiere Miliani, oggi Fedrigoni.

Il legame tra Ascoli e Pioraco

Il legame di Ascoli con Pioraco è di lunga data e va dai tanti maestri cartai provenienti da Pioraco che dirigevano la nostra cartiera sul Castellano citati da Fabiani in Ascoli nel Quattrocento e per giungere alla prof.ssa Anna Maria Eustacchi Nardi, figlia del direttore della cartiera di Pioraco, studiosa della carta ascolana e madre dello storico Bernardo.

Purtroppo un altro evento, questa volta tragico, ci lega a Pioraco: all’inizio del sentiero che dalla Madonna della Grotta porta al punto panoramico La Croce una targa ricorda la morte di Tiziano Cantalamessa, considerato il più forte alpinista dell’Italia Centrale, avvenuta nel 1999 durante i lavori di consolidamento della parete. Da Pioraco la strada sale per Sefro e Sorti fino al piano superiore di Montelago.

L’escursione

L’escursione proposta è una facile ascesa di poco più di 6 km e 600 m di dislivello al Monte Primo (1299 m) che si erge sulla valle del Potenza, punto più a nord della breve catena montuosa che separa i piani di Montelago dal sottostante territorio camerte e termina sul Monte Igno (1435 m) che domina la valle del fiume Chienti.

Ci sono vari percorsi che salgono al Primo, addirittura c’è una ferrata da Pioraco, ma quello proposto è il più semplice; al bivio prima del Ristoro Montelago si prende la brecciata che scende a Camerino e dopo circa 1 km un cartello indica l’inizio della salita (949 m) sul sentiero 250.

Aggirato il monte Torroncello, si sale su ampi prati fino a raggiungere il Monte Mistrano (1165 m), breve tratto in discesa per poi riprendere a salire, stavolta con pendenze più elevate, verso il monte Primo.

La sorpresa nel tratto finale

Nel tratto finale si comprende il motivo principale dell’escursione che non è solo quello di raggiungere un bel punto panoramico: il superamento del primo di una serie di lunghi gradoni artificiali ci fa capire che ci troviamo di fronte all’opera umana; si tratta di un insediamento d’altura che occupa un’area estesa un ettaro circa ed articolata in quattro recinti protetti da vallo e terrapieno.

Il recinto più alto circoscrive un’ellisse, all’interno della quale doveva trovarsi un luogo di culto; i materiali trovati nel corso degli scavi eseguiti dalla Soprintendenza archeologica nel 1970 sono databili tra il XI-X secolo a.C. (età del bronzo finale) e l’età del ferro. La posizione del sito è impressionante: doveva sicuramente essere un importante punto strategico, perché controllava la viabilità che solca la valle del Potenza.

Qualche suggerimento per la sosta

Non resta che scendere seguendo lo stesso percorso dell’andata e trovare un punto per la meritata sosta. Sicuramente il Ristoro Montelago fa al caso nostro trovandosi subito al termine dell’escursione, immerso nella natura e con piatti tipici. In alternativa, si può scendere a Sefro, il paese delle trote, dove si possono gustare le tagliatelle al sugo di trota da Palmina o da Faustina.