DON ADALBERTO BUCCIARELLI: UN PRETE FUORI DALLE RIGHE

Nell’atto di scendere dalla sua auto dopo una domenica passata in compagnia di un confratello il carissimo Don Adalberto Bucciarelli, per un malore fulminante, è stato chiamato alla casa del Padre.

La vita

Era nato a Borgo di Arquata del Tronto il 28 novembre 1943 da Luigi, esponente di una storica e benestante famiglia del luogo, e Chiarelli Emilia.

Entrato nel Seminario Diocesano, vi compì tutto il curriculum istituzionale degli studi sacerdotali, eccetto l’ultimo anno di teologia, frequentato presso il Seminario Arcivescovile di Fermo.

Pur non ricevendo ostacoli dalla famiglia, il padre aveva sovente a lamentarsi per la scelta di questo figlio unico sul quale evidentemente si riponevano altri progetti.

Da S. E. Mons. Marcello Morgante, Vescovo Diocesano, fu ordinato diacono il 14 marzo 1970 presso la chiesa della Madonna del Carmine in Ascoli Piceno e sacerdote il 28 giugno seguente presso la chiesa di S. Pietro in Borgo; celebrò la messa novella il giorno dopo in quella di S. Francesco, sempre in Borgo.

La parrocchia

Destinato quale vice-parroco nella parrocchia cittadina del Sacro Cuore, collaborò per due anni con il compianto Don Gaetano Romagni, suo antico parroco a Borgo, e nel contempo frequentò la Pontificia Università Lateranense di Roma conseguendo la licenza in teologia pastorale; in seguito si iscrisse anche alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Macerata, senza però arrivare alla laurea per un solo esame rimasto da fare.

Nel 1972 fu nominato parroco della parrocchia dei Santi Quirico e Giulitta in Casebianche di Roccafluvione ed economo spirituale in quella dei Santi Giacomo e Pancrazio in Colleiano (quest’ultima poi lasciata dopo qualche anno).

Nel 1986, con la soppressione della parrocchia di Casebianche divenne parroco in solido di Roccafluvione, incarico che ha mantenuto fino all’anno scorso.

L’insegnamento e la passione per la storia ecclesiastica locale

Fin dai primi anni di sacerdozio fu docente di religione presso la Scuola Media “Massimo D’Azeglio” di Ascoli Piceno, ma nel 1991 lasciò l’insegnamento per accudire l’anziana madre colpita da paralisi.

Fin dagli anni del seminario Don Adalberto ha sempre coltivato la passione per la storia ecclesiastica locale dando alla luce un’apprezzata produzione di numerosi articoli e varie monografie sull’argomento, con una particolare sensibilità per la storia del popolo e del clero e per l’aneddotica; per questo motivo egli è stato un grande frequentatore di archivi e biblioteche, in particolare di quello diocesano, di cui fu per diversi anni incaricato. Lui stesso negli anni ha messo insieme una biblioteca personale immensa.

Alieno per indole alle formalità e ai protocolli, egli amava frequentare i propri confratelli, soprattutto quelli di campagna e di paese, dai quali apprendeva molte tradizioni orali e con i quali condivideva il metodo familiare di essere prete in ambienti rurali e popolari.

Sempre pronto all’aiuto del prossimo

Dal momento che la sua piccola parrocchia gli lasciava parecchio tempo libero egli si è sempre prestato nell’aiuto ai confratelli laddove ci fosse bisogno per officiature per i defunti, sostituzioni e aiuto per le feste locali. Egli per origini familiari e per carattere si è sempre considerato un uomo libero e provava insofferenza agli impegni fissi, caratteristica che gli è andata crescendo con l’età; di conseguenza i rapporti con i suoi superiori, seppur improntati a cordialità e deferenza, erano pochi e fugaci; ma a parte questo tratto particolare della sua personalità, lo spirito sacerdotale è stato sempre vivo in lui, anche quando, ultimamente, si notava chiaramente in lui un calo fisico, che però non gli ha impedito di rendersi disponibile fino al giorno stesso del suo transito. 

di Don Elio Nevigari