Dopo l’acclamata iniziativa dal titolo “Sulle vie della Pace” (tavola rotonda sul confronto tra generazioni) l’Azione Cattolica della diocesi di Ascoli Piceno torna alla carica con “Inside Out”. Un incontro rivolto ai giovanissimi di AC (15-18 anni) riguardante l’analisi dell’intelligenza emotiva svoltosi al Centro Polifunzionale “Beato Bernardo” di Offida. Ne abbiamo parlato con Andrea Parissi.

Come si è svolto l’incontro? Quali argomenti sono stati trattati?

L’appuntamento “Inside Out” rientra tra le iniziative per il Mese della Pace. Queste ruotano intorno al Messaggio della Pace promosso da Papa Francesco. Con i giovanissimi abbiamo preso spunto dal tema del dialogo tra generazioni per concentrarci sullo studio e la conoscenza della cosiddetta “intelligenza emotiva”. Anche se le due tematiche sembrano scollegate l’una dall’altra, il passo precedente per un dialogo è la conoscenza di sé e di tutto ciò che concerne le emozioni e le sensazioni umane. Sono queste il vero ponte di collegamento tra le generazioni. Insieme alla psicologa e grande amica della nostra Azione Cattolica diocesana, la Dott.ssa Chiara Izzi, è stata proposta ai giovanissimi una spiegazione dell’intelligenza emotiva con un approfondimento sugli stati d’animo della tristezza, della rabbia, dell’apatia e della sfiducia.

Nonostante le apparenze, questi non sono stati d’animo “negativi” ma parte del nostro essere umani. Vanno affrontati e guardati con amore perché sono sintomi di ciò che la nostra psiche vuole comunicarci. È stato poi chiesto ai ragazzi di dividersi in sottogruppi, in base a quale dei quattro stati d’animo presentati si sentissero più affini. All’interno dei sottogruppi i giovanissimi sono stati scossi da riflessioni, provocazioni e prospettive positive legati allo stato d’animo scelto. Tutte queste riflessioni sono confluite in pensieri scritti che verranno raccolti dall’Equipe diocesana del Settore Giovani e confluiranno in una “Lettera all’adulto”. Questo vuole essere un primo passo per il dialogo tra generazioni auspicato dal Papa.

Cosa vi ha lasciato l’incontro? C’è qualcosa che vi ha colpito particolarmente?

Gli educatori e noi dell’Equipe diocesana ci siamo messi in gioco con questa iniziativa molto impegnativa per via dei temi trattati, ma siamo rimasti molto colpiti e positivamente dai ragazzi: si sono voluti esporre e mostrare in tutte le loro fragilità, dimostrando una profondità e una maturità disarmanti.

Non è stato emotivamente facile e la ricchezza che abbiamo ricevuto dal confronto, dalle riflessioni condivise e dal coinvolgimento reciproco è stata tanto inaspettata quanto piena di bellezza: un esempio di come Dio sappia sconvolgerci e amplificare, oltre le nostre aspettative, il bene che produciamo.