Un bel giro in bici organizzato dal gruppo slowbike della sezione CAI ascolana ha permesso di raggiungere dal capoluogo piceno Monte San Martino. Il borgo, situato a 600 metri sopra il livello del mare, è famoso per i polittici di Carlo e Vittore Crivelli. La distanza percorsa, circa 60 km all’andata e di 40 al ritorno, ed il tempo della visita hanno richiesto il pernotto. C’è da mettere in conto anche il dislivello, 1000 m all’andata e 800 al ritorno. Perché dalla Valle del Tronto è un saliscendi per attraversare le valli dell’Aso e del Tenna, ma la fatica è ben ripagata dal magnifico paesaggio piceno. Una campagna collinare punteggiata da borghi, segnata dalle forti incisioni dei calanchi ed inserita tra l’Appennino Centrale ad ovest e dal Mar Adriatico ad est.

Il viaggio d’andata

Il percorso può essere fatto interamente su strada, ma si è preferito utilizzare anche brecciate e sterrate per renderlo più escursionistico. All’andata si è passati per Poggio di Bretta. Una riflessione durante il tragitto è stata che la gran parte dei borghi toccati o fiancheggiati sono stati interessati da gravi fenomeni franosi accaduti nel ‘700. IL fenomeno è dovuto all’eccessiva messa a cultura dei terreni prima coperti da boschi che hanno compromesso parte degli abitati. Alcuni dei paesi interessati sono: Appignano del Tronto, Ripaberarda, Capradosso, Castignano, Rotella ed infine Santa Vittoria in Matenano. C’è stata anche una grave perdita di importanti edifici monumentali. Della grande abbazia farfense di S. Vittoria non resta che il magnifico Cappellone tutto affrescato. L’altro grande complesso di S. Salvatore in Aso, travolto dalle acque del fiume, è ridotto ad un semplice casa colonica.

Le bellezze di Monte San Martino

Ci siamo però rifatti a Monte San Martino, raggiunta dopo una faticosa salita, dove nell’omonima chiesa sono esposti ben quattro polittici di fine Quattrocento. In questo momento si possono ammirare in una condizione favorevole, in quanto posizionati a terra per consentire una verifica delle murature. Le opere del camerte Girolamo di Giovanni e di Vittore Crivelli sono di grande qualità. L’osservazione ravvicinata dei santi dipinti da Carlo Crivelli è impressionante per la raffinata tecnica del maestro nel rappresentare i particolari. Ammirato anche l’organo recentemente restaurato, un Fedeli del ‘700 come quello dello stesso autore a S. Angelo Magno ad Ascoli, la visita è proseguita nella Pinacoteca Civica che conserva una piccola ma preziosa opera di Guido Reni.

La visita del futuro Re Carlo

Successivamente ci siamo mossi nella chiesa di Sant’Agostino, dove c’è un altro pezzetto di Ascoli, grazie a due pale di Nicola Monti e di Giuseppe Ghezzi. Il giro culturale è stato di grande soddisfazione per la presenza come guida di Pierpaolo Bottoni. La guida ci ha fornito anche un’interessante curiosità inerente alla visita del principe Carlo avvenuta il 12 maggio 1988. Il futuro Re è atterrato a Falconara, aveva visitato Palazzo Leopardi a Recanati, ospite della contessa Anna, per poi raggiungere Monte San Martino. Carlo giunse a Monte San Martino grazie a Giulio Pascucci Righi che conosceva bene il reale in quanto era stato ambasciatore italiano a Londra. Ammirati i dipinti, il principe doveva raggiungere Ascoli, dove tutti lo aspettavano davanti a Meletti, ma ci dette il bidone. Bottoni ci ha confermato che il principe volle restare nella villa di Pascucci per dipingere un acquarello.

L’ultimo accenno va al posto per la cena: è il ristorante dei Priori. Il luogo è gestito da una vita da Antonio ed Angelica, dove abbiamo potuto assaggiare la ben note tagliatelle all’ortica fatte in casa. Il rientro ad Ascoli è avvenuto passando sotto la rupe di Smerillo e Montefalcone Appennino. Ci siamo mossi  per Force e, fiancheggiando stavolta il lato ovest dell’Ascensione, per Cerreto di Venarotta.

di Franco Laganà