Palazzo dei Capitani si è illuminato di giallo nella serata di martedì, in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza sull’endometriosi. Il Comune di Ascoli ha infatti aderito all’appello di ALICE, l’associazione che ha promosso la quarta edizione della call to action “Facciamo luce sull’endometriosi”. L’obiettivo è accendere i riflettori su una patologia tanto diffusa quanto ancora poco conosciuta e aiutare le pazienti ad uscire dal buio e dal silenzio che le circonda. Gli enti locali e le pubbliche amministrazioni hanno così illuminato di giallo, colore simbolo della malattia, un edificio simbolico e nel caso di Ascoli. Alla fine, la scelta è caduta su Palazzo dei Capitani. Dell’endometriosi, che colpisce una donna su dieci, non si conoscono le cause e non esistono cure definitive. Ad oggi si stima che in Italia siano affette da tale malattia più di 3 milioni di persone e, inoltre, si registra un ritardo diagnostico che oscilla tra i 7 e i 10 anni.

Cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero. Questa situazioni può interessare la donna già alla prima mestruazione (menarca) e accompagnarla fino alla menopausa.

Gli studi istologici hanno evidenziato che l’endometrio nella endometriosi è simile all’endometrio normale. È caratterizzato dalla presenza di recettori ormonali, come l’endometrio normale, ma ha un’alta capacità di adesività. Questa capacità gli permette di aderire a strutture extrauterine, come le sedi in cui l’endometriosi si sviluppa. Sebbene sia ritenuta una patologia dell’età riproduttiva, sono descritti rari casi di endometriosi anche in postmenopausa. 

In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna.

Una malattia invalidante

Le donne che soffrono di endometriosi riferiscono dolore mestruale. Il dolore può essere cronico e persistente, con aggravamento durante il periodo mestruale. Alcune donne lamentano astenia e lieve ipertermia, che può accentuarsi in periodo mestruale, e fenomeni depressivi. Il dolore durante i rapporti sessuali, e alla defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine o nelle feci. Questo è caratteristico della endometriosi del setto rettovaginale, chiamata anche endometriosi profonda infiltrante (deep infiltranting endometriosis, DIE). Altre volte i dolori si manifestano durante la minzione e sono caratteristici della endometriosi vescicale.

L’endometriosi è causa di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi) e l’impatto della malattia è alto ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti. Una limitata consapevolezza della patologia è causa del grave ritardo diagnostico, valutato intorno ai sette anni. Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità. Sin dalla più giovane età è molto importante sapere che i dolori mestruali e durante i rapporti non sono normali e che non devono essere taciuti. Le donne che hanno la madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio di svilupparla sette volte maggiore. I medici di medicina generale e i ginecologi operanti sul territorio sono le figure strategiche per una pronta diagnosi e un trattamento in grado di migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità. Di grande utilità è l’ecografia, soprattutto per le forme ovariche (cisti ovariche definite endometriomi) e le forme di endometriosi profonda (DIE).