La Gallina Volante è il romanzo d’esordio di Paolo Mastrocol,  una scrittrice molto feconda.

L’autrice italiana racconta la storia di una maestra/allevatrice un po’ naif, e descrive storie di ordinaria quotidianità facendo risaltare gli aspetti ironici e divertenti di piccoli accadimenti quotidiani. Il rapporto con la scuola, con gli alunni, con il marito e con i colleghi sono i punti cardinali della storia che ruota attorno al sogno/progetto sconclusionato della maestra, votata alla missione di insegnare a volare alle sue galline.

La trama

Una maestra inadeguata alle rigidità dei tempi e al conformismo della società, del gruppo di insegnanti, della visione ordinaria delle cose, ma innamorata degli alunni, della lettura e della scrittura “Io non voglio insegnare proprio niente nella vita. Io non voglio insegnare. Perché dovrei? Non ho nulla da trasmettere, e anche l’avessi, perché trasmetterlo? A chi? Arriva forse qualcosa a qualcuno? Lasciatemi stare in un angolo. Non so cosa voglio diventare, non l’ho mai saputo. Si potrà non saperlo, no? Insegnare proprio no. Imparare neanche, non ne ho voglia, non ho memoria, non mi resta nulla. Semmai allevare. Rafforzare le ali a qualcuno perché voli, questo sì, questo mi piace. Ma convincerlo poi a volare come si fa? Una cosa è avere le ali robuste, un’altra è volerle usare. Decidere di usarle. Mica poco.”

Il diario di un anno scolastico

La storia de “La Gallina Volante”, il diario di un anno scolastico, è la metafora di un acuto punto di vista sul mondo della scuola e sulla realtà in generale, dove spesso la forma prende il sopravvento sulla sostanza e comodi stereotipi si sostituiscono alla bellezza, pur faticosa, dell’atto creativo. Così, istruire delle galline escogitando bizzarri sistemi per farle volare diventa il pretesto per credere in qualcosa di apparentemente impossibile e per abbattere i pregiudizi che non di rado condizionano la nostra percezione del mondo.

Allo stesso tempo, Carla, la protagonista, cercherà di coltivare il rapporto d’amicizia con un’allieva speciale, Tanni, ribelle come ogni adolescente in cerca del senso profondo della propria vita, ma dotata anche di particolare talento e sensibilità. “Non so cosa farne della scuola, studio, sì, studio, ma a volte mi chiedo a cosa mi serve. Io non so cosa devo fare da grande, se continuo a studiare cosa ottengo? Non dico di lavoro, quello lo so che non ce n’è per nessuno io dico cosa ottengo dentro, mi capisce? Cioè cosa divento come persona e poi cosa me ne faccio di come sono diventata, cosa vado a fare, in che direzione mi metto, dove vado. Io vorrei solo leggere le cose che lei ci dà da leggere, ma quello non basta per avere un mestiere da grande”

“Un sistema che rende tutto programmato”

Il marito di Carla, Mario, è un insegnante di matematica che ha la passione per i computer. Durante tutta la vicenda Mario lavora sul suo computer, intento a capire il nuovo sistema operativo: un sistema moderno, che rende molto più facile lavorare al computer. Al contrario però a Mario non piace, perché è già tutto programmato e lui non deve pensare a molto. “Non c’è più un’idea di quel che sarà, capisci? Sai come quando ti immagini cosa farai domani, e ti vedi tutte le cose ordinate nella testa? Ecco, quello non ce l’hai più. Decidi tutto quando ti capita, lì su due piedi scegli. È tutto sullo stesso piano, capisci?” Carla: “Sì, tutto orizzontale. È come se ci fossero solo coordinate nel periodo, sparite tutte le subordinate. […] solo la subordinazione dà felicità. Volevo dire profondità, ma adesso penso che sia la stessa cosa”.

L’idea di fondo

L’idea che permea tutto il romanzo “La Gallina Volante” quindi è quella di andare in profondità alle cose,di scendere in verticale in opposizione alla vita orizzontale. Questo romanzo parla molto della scuola e di quanto spesso non si vada a fondo agli argomenti, ma anche della vita, di quanto al giorno d’oggi siamo orizzontali in tutto ciò che facciamo.

Ad esempio Carla considera il vecchio vicino di casa, Isidoro, una persona saggia: non ha avuto una grande istruzione, ma il lavoro che fa e il carattere che possiede sono verticali, sono approfonditi, e nel suo campo Isidoro è saggio, è capace di rispetto:lascia alla terra il tempo di far germogliare i semi.

Lo stile

Lo stile dell’autrice veloce e snello, schietto e gaio, buffo a tratti, si rivela nelle “onomatopee, nell’ autoironia, nel gioco di allitterazioni, ipotassi e assonanze. C’è una felicità descrittiva, un amore delle cose, che è molto gentile. Anche sui temi affrontati con umanità e sensibilità sincera e profonda, l’autrice riesce a danzare con grazia, senza ferire o appesantire, anche laddove le problematiche possono nascondere risvolti più severi. Lei passa sopra, accarezza con comprensiva dolcezza. Tra le righe, quindi, l’autrice sembra voler suggerire, come messaggio finale, che la vita ci riserva spesso percorsi inaspettati e molto lontani dalle attese di chi ci è intorno, ma fatti su misura per noi, per incrociare un giorno le nostre aspirazioni e dare compimento al nostro destino: “Non di tutto possiamo essere felici. Non di tutte le cose che facciamo nella vita. Basterebbe esserlo di una sola perché quell’una poi rischiara tutte le altre e siamo salvi”.

Autore: Paola Mastrocola
Genere: Romanzo
Casa editrice: Guanda
Anno: 2000
Riconoscimenti: Premio Italo Calvino per l’inedito, Premio selezione Campiello, Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice

L’autrice

Paola Mastrocola nasce a Torino da padre abruzzese e da madre piemontese. Frequenta il liceo classico Massimo D’Azeglio, poi la facoltà di lettere e intanto fra il 1977 e il 1980 pubblica le prime poesie. Dal 2000, come dirà lei stessa “diventa scrittrice” con “La Gallina Volante”. Nel 2004 vince il Super Campiello con il romanzo “Una barca nel bosco”, l’anno dopo scrive “Che animale sei? che inaugura il filone dei “romanzi favola”

Anna Maria Laurano

annamarialaurano@libero.it