Come ogni viaggio che si rispetti abbiamo chiesto ai ragazzi di raccontarci liberamente cosa si portano a casa da questa GMG:

Pierfrancesco

“Della GMG credo che mi porterò quasi tutto il percorso perché è stata un’esperienza irripetibile ma sicuramente il momento che mi è rimasto più impresso è quello della veglia in particolare quando siamo saliti sul ponticello e abbiamo visto la moltitudine di persone ciò mi ha fatto sentire molto piccolo e il fatto che venissero da ogni luogo della terra mi fa sentire piccolo”.

Maria

“Un momento che mi è rimasto particolarmente impresso è stato un momento che non mi aspettavo, cioè, il bagno nell’oceano; io inizialmente non pensavo neanche di farlo poi be ho sentito proprio il bagno e ho vissuto un momento senza pensare a nulla e concentrandomi solo sul momento e ho visto tutti accanto a me viverlo in questo modo. Abbiamo sentito il vento le onde è stato in momento magico ma soprattutto inaspettato. Poi ci sono stati tutti i momenti in cui mi sono sentita parte di qualcosa di grande”.

 Elena

“Mi porto dietro un momento di fraternità, le ragazze che mi sono affidate hanno vissuto un momento molto forte molto pesante e loro si sono strette, si sono affidate a me molto a me sia perché avevo già fatto un’altra esperienza della GMG e un po’ per fiducia abbiamo stretto un rapporto mi porto nel cuore questo i legami in cui non siamo solo amici ma fratelli”. 

 Giuseppe

“Di questa esperienza mi porto molti ricordi in gran parte positivi uno tra tutti il confronto con le persone di altre nazionalità differenti ma soprattutto il confrontarmi con altre idee. Attraverso questi incontri sono riuscito a confrontarmi con culture e mentalità differenti che mi hanno permesso di crescere anche come persona”.

Elanora

“Un ricordo importante di questa GMG è il viaggio in pullman perché inaspettatamente è stato il momento in cui ho avuto più possibilità di conoscere molte persone, di costruire nuove amicizie. Una grande occasione”. 

 Massimo

“Il ricordo più importante che porto a casa, oltre che ad aver legato con molte persone e all’essermi trovato benissimo nonostante non conoscessi nessuno, è stata l’esperienza dell’ultimo giorno: la visita al SERMIG. Perché personalmente è sempre piaciuto aiutare le persone più bisognose. Ad esempio, sin da piccolo frequento un ambiente con persone che hanno bisogno d’aiuto. Da sempre sento dentro di me il desiderio e la voglia di aiutare chi sta in difficoltà”.

 Aurora

“Il ricordo più bello che mi porto a casa è il fatto che ogni persona che ho incontrato anche se non la conoscevo ci facevo amicizia, ci parlavo, ridevamo insieme. E’ stato meraviglioso sperimentare l’amicizia che si creava tra persone sconosciute ma che la GMG ha unito. Un altro ricordo impresso nella memoria è stata l’adorazione Eucaristica a Lourdes, ho ascoltato qualcosa di diverso che mi ha scosso un po’”. 

Marco 

“Ammetto di non essere un gran festaiolo, anzi le folle mi intimoriscono. Non credevo di riuscire a adattarmi molto facilmente, per mia natura tendo a cercare ciò che è comodo e ad accomodarmi il mondo attorno. Mi ha convinto a venire alla GMG la possibilità di poter vivere un vero e proprio itinerario della Fede accompagnato da sacerdoti e da altre persone, più o meno giovani di me. Il momento che mi ha colpito di più è stato la veglia: è stato molto bello ascoltare il Papa che si è rivolto a noi (non rimanendo etereo ma facendosi concreto) e poi adorare insieme l’Eucarestia, con una grande serenità addosso e con tantissima gente che continuava ad arrivare.

Mi ha colpito molto come i ragazzi mi hanno aiutato a scoprirmi: mi sono visto al contempo severo ma amorevole, disposto a captare i loro bisogni ma comunque invitandoli a partecipare con pienezza a ciò che accadeva. Credo anche che questa esperienza sia servita anche a me e alla mia ragazza come coppia, ci ha rinsaldati (partendo proprio dal far uscire i nostri punti critici) e ci ha mostrato nuove strade da percorrere per avviarci verso il matrimonio. L’anno che è passato è stato molto pesante per me, perché spesso mi sono ritrovato solo e ho sofferto, ho trovato in questo pullman tante persone con cui ho legato e con cui spero col cuore di condividere ancora tanti altri momenti. Il mio carattere a tratti ruvido ed elitario tende a farmi essere critico e a farmi individuare le criticità in chi ho davanti, questa esperienza mi ha fatto capire che nessun “difetto” o “punto critico” impedisce di camminare assieme.

Spero di lasciare ai piedi della Madonna di Monserrat la mia spocchia, la mia diffidenza, la mia paura e la mia rabbia (soprattutto quella che provo per il Signore per tante cose che non sono andate – faccio molta fatica ad ammettere di provare questo tipo di rabbia)”.

 Asia

Il fatto che più mi ha stupito in questi giorni è stato l’assenza di fatica. Certo, ci sono state cose che mi hanno fatto spazientire o che non mi sono andate a genio, ma non riesco a trovare un “lato negativo” di queste settimane.  Il dormire per terra, l’essere sporchi, il mangiare anche ciò che non piace. Non ho provato fatica perché ne è sempre valsa la pena. Ciò che ho ricevuto è sempre stato più grande dei piccoli sacrifici che mi sono stati richiesti.  Ho ricevuto tanto tanto amore e ho condiviso un sacco di gioia. Mi sono sentita amata, da fratelli vicini e lontani, e ho sentito l’amore del Signore attraverso di loro.  Qualcuno si è preso cura di me e io stessa a mia volta ho dato una mano dove potevo.  Mi sono divertita parecchio e ho “ballato la vita” il più possibile.  Mi sono sentita amata anche attraverso i panorami, le chiese, la natura, osservando tutto il bello che Lui ha creato per noi. Torno a casa immensamente grata e con il proposito di condividere tutta la gioia vissuta, anche se non sempre sarà semplice. Per questo, Signore, chiedo il tuo aiuto e ti rendo grazie”.

 Anna

“Sono sul pullman in una direzione opposta alla strada che ho fatto la scorsa settimana per arrivare a Lisbona e questi paesaggi spogli, sterrati, quasi desertici mi spingono a riflettere su quella che è stata la GMG per me e cosa ha significato. Inutile iniziare con il dire che è stata una bellissima esperienza, toccante e intima anche se ero circondata da degli sconosciuti, sconosciuti ma pur sempre fratelli poiché legati da un unico Padre. In ogni “abbraccio gratis”, sorriso, stretta di mano, battito di 5 c’era Gesù. “Dove due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20) e noi possiamo dire di essere stati molto più di “due o tre”.

È stata per me una scoperta della forza che può avere l’amore, l’amore di Gesù che come dice il Papa è gratis, quell’amore che io ho avuto l’occasione e il piacere di provare sulla mia pelle in questi giorni. Ma per spiegarmi meglio farò un salto indietro. Sto per raccontare la storia di una persona a me cara, una ragazzina che si è trovata a combattere per la seconda volta contro qualcosa più grande di lei, che già una volta l’ha schiacciata e ora è tornato ancora: il morbo di Hodgkin. Si tratta di un tumore al sistema linfatico che origina da un tipo particolare di globuli bianchi presenti nel sangue, nella milza, nel midollo osseo e in numerosi altri organi che compongono il tessuto linfatico. Qualche anno fa ha lottato e ne è uscita vincitrice, ma qualche mese fa la notizia del ritorno è piombata su di noi come doccia fredda. Per curarlo occorrono sei cicli di chemio, la radio e se non si raggiunge il risultato sperato occorre intervenire chirurgicamente per asportare, ripulire e reimpiantare i linfonodi danneggiati.

Questo per avere un quadro generale della mia situazione all’inizio della GMG; ero piena di dubbi riguardo la mia fede, la mia missione in queste giornate e quasi non mi spiegavo come Dio potesse fare una cosa del genere ad una bambina che non ha fatto niente di male. Inutile dire che questo percorso io l’ho fatto con il pensiero costante di lei nel cuore che mi ha accompagnato giornalmente nel mio cammino; ho pregato tanto per lei a Lourdes e in un certo senso la sentivo con me anche se lei era chiusa in casa distrutta dalle sedute di chemio che le facevano infezione.

E così trascorro questo mio viaggio fino a quando non arriviamo a venerdì 4 agosto, giornata di confessioni per noi a Benedita e io ho il piacere di raccontare questa storia al sacerdote che, commosso, mi dona parole di conforto come se fosse il mio custode. Un’ora dopo mi arriva un messaggio, il messaggio che mi ha fatto capire questo grande amore, che è stato presenza viva e concreta. In quest’ultimo mia madre mi dice che è guarita, che i risultati delle analisi presi proprio quel giorno sono nella norma, che dovrà comunque continuare a controllarsi e fare la radio ma che questo male non ha avuto la meglio neanche la seconda volta. È stato per me come se il cuore scoppiasse di gioia, una felicità immensa, indescrivibile, ho sentito Gesù vicino che mi ha rialzato, ha rialzato lei e ci si è posto a fianco per camminare con noi. Ho scoperto la grandezza dell’amore di Dio che c’è, anche se a volte mette a dura prova la nostra fede, ma come ci viene spesso detto “le vie del Signore non sono le nostre vie”.

La GMG di Lisbona: foto e impressioni dei ragazzi
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