Pinacoteca e Giardino Vescovile aperti per le giornate FAI

di Michele Picciolo

La Pinacoteca ed il Giardino Vescovile hanno aperto le porte al FAI in via del tutto eccezzionale. Sabato 15 e domenica 16 maggio si sono svolte le Giornate FAI di Primavera. L’iniziativa ha consentito di visitare 600 luoghi straordinari in oltre 300 città italiane. Pertanto hanno permesso di godere di un immenso patrimonio d’arte e natura nel rispetto delle normative di sicurezza sanitaria.

Lo scopo delle Giornate FAI è di mettere in luce l’importante lavoro di tutela e di valorizzazione, promozione di luoghi speciali, spesso poco accessibili del nostro Paese. Sopratutto questi, di grande valore storico-artistico e paesaggistico, sono il simbolo della cultura e dell’identità degli italiani.

I luoghi ascolani

Ad Ascoli era possibile visitare il Palazzo Bazzani (sede ex Cassa di Risparmio), l’Eremo di S. Marco e la Cava Giuliani. Oltretutto nella Civica Pinacoteca la visita è stata dedicata a due affreschi staccati del cosiddetto Maestro di Offida provenienti dalla distrutta chiesa di S. Onofrio.

I beni della Diocesi di Ascoli

Tra le visite più suggestive e frequentate sono quelle effettuate in due prestigiosi Beni della Diocesi di Ascoli.

Il primo è la nuova Pinacoteca vescovile, allestita nel 2020 in quindici sale che si sviluppano su tutto il Primo Piano dei Palazzi Caffarelli-Episcopio-Roverella in Piazza Arringo e di opere d’arte dall’VIII al XX secolo. Il secondo è l’annesso giardino storico restaurato nel 2015.

Gli studenti della classe quarta Sezione Architettura e Ambiente del Liceo Artistico Osvaldo Licini di Ascoli Piceno, hanno curato l’illustrazione del giardino. Quindi i ragazzi, preparati dallo scrivente e dalla Professoressa Serena di Martino, avevano il supporto dalla guida professionale Giuseppina Passamonti. Mentre la visita alla nuova Pinacoteca Vescovile è stata curata dallo scrivente, dalla Professoressa Adriana Cipollini e dalle guide professionali Lella Palumbi, Sara Giorgi, Giuseppe Clerici e Pompeo Vallorani.

La sinergia tra attori diversi promossa dal FAI

Dopo questo lunghissimo lockdown che ha visto la chiusura di tutti i Musei italiani, nasce questa sinergia messa in atto dal Fondo Ambiente Italiano tra Scuole, Professionisti, Studiosi e Diocesi. Cosa che ha permesso di rivitalizzare, attraverso la conoscenza e la valorizzazione del Patrimonio Storico-Artistico, il rapporto tra le diverse componenti culturali.

Queste ultime sono accomunate dagli stessi interessi e dalla stessa passione per la conoscenza, e la valorizzazione dei Beni Storico-artistici e del territorio. Tutto avviene con uno spirito di grande collaborazione, sopratutto dopo un così lungo e difficile periodo.

Il giardino vescovile

Il giardino, viene restaurato nel 2015 nelle sue forme originali di giardino all’italiana desunte dalla Pianta della città incisa da Emidio Ferretti nel 1646. Pertanto si ispira alla logica della geometria che regola la natura e il suo assoggettamento alla razionalità e artificialità tipica del Rinascimento. Quindi allude espressamente a un ordine superiore e al primato dell’uomo sulla natura, scelto da Dio per comprenderla secondo una visione neoplatonica e secondo criteri di simmetria, ordine, proporzione e varietas. Di conseguenza proiettano sull’idea di giardino una profonda valenza simbolica.

Valenza in cui sono essenziali la presenza dell’acqua, dei reperti lapidei antichi usati come ornamento e testimonianza storica.

Tra questi spiccano la monumentale ghiera d’arco figurata con putti vendemmiatori proveniente probabilmente dalla demolita facciata romanica della Cattedrale. Fa seguito un leone stiloforo, un putto in marmo della bottega dei Giosafatti, elementi romani, longobardi e rinascimentali.

Inoltre sono presenti molte campane in esso accolte provenienti dai campanili crollati a causa del sisma del 2016.

La Pinacoteca Vescovile

La visita della Pinacoteca e giardino Vescovile è  l’occasione per mettere in risalto l’importanza di questa raccolta nella nuova sistemazione voluta dal Vescovo Giovanni D’Ercole e realizzata dallo scrivente.

Attualmente le collezioni occupano quindici sale che si estendono su tutto il Primo Piano dei Palazzi Caffarelli-Episcopio e Roverella e si sviluppano su una superficie di circa 750 mq. La Pinacoteca Vescovile si divide in due sezioni principali che sottolineano la valenza religiosa e devozionale data al nuovo allestimento.

Nella prima, la Sezione Antica, destinata ai Tesori della Fede, troviamo capolavori che coprono un periodo dall’VIII al XVI secolo.

Nella seconda, la Sezione Storica, sono esposti  i Capolavori della Devozione che dalla pittura post-tridentina arriva al XXI secolo.

Le due sezioni sono intervallate da quello che può, a ragione, essere definito il ciclo pittorico più interessante delle Marche dipinto nel 1547 da Marcello Fogolino con le Storie di Mosè.

Il nuovo allestimento della Pinacoteca Vescovile

Il nuovo allestimento tiene nella massima considerazione i grandi capolavori raccolti nell’ex Museo Diocesano realizzato nel 1961 dal Vescovo Marcello Morgante. Successivamente viene arricchito dalla collezione donata nel 1956 dal Vescovo Ambrogio Squintani (1937-1957). Dopodichè viene fatta trasferire dal Vescovo Silvano Montevecchi nel 2010 e da quella preziosissima acquisita nel XVIII secolo dal Vescovo Pietro Paolo Leonardi (1755-1792) a Roma proveniente da Palazzo Pamphili in Piazza Navona.

Le opere

L’importanza della Pinacoteca Vescovile si lega  alla qualità e rilevanza artistica delle opere in essa conservate legate al nome di grandi artisti come:

  • Nicola di Ulisse da Siena,
  • Carlo Crivelli,
  • Pietro Alemanno,
  • Pietro Vannini,
  • Cola dell’Amatrice,
  • Giovan Battista Gaulli,
  • Andrea Pozzo,
  • Domenico e Giovanni Peruzzini,
  • Francesco Albani e tanti altri.

Un rarisismo corpus di tessili antichi

Di grandissima importanza è anche al rarissimo corpus di tessili antichi scoperti e restaurati negli ultimi dieci anni che coprono un arco temporale che va dall’VIII al XVIII secolo. Tra questi,  i più importanti sono quelli provenienti dai sarcofagi di S. Emidio, di S. Marcellino e dal Busto-Reliquiario di S. Benedetto Levita, il Paliotto d’altare ricamato del XV secolo su disegno della bottega di Carlo Crivelli fino alla rarità e preziosità di alcuni manufatti di oreficeria sacra.

Croci astili e capolavori d’argento

Nella sala dei tesori sono presenti le croci astili dei secoli XIV e XV secolo, la statua d’argento della Madonna di Loreto realizzata nel 1618 da Curzio Compagni, l’ostensorio disegnato da Lazzaro Giosafatti, il Pastorale del Cardinale Gerolamo Berneri. Inoltre ci sono capolavori del XV secolo, come la statua d’argento di S. Emidio realizzata da Pietro Vannini. Poi tra le sculture medievali e rinascimentali,  spiccano la Pietà di Saturnino Gatti, la Croce della Trinità di Andrea di Francesco Guardi da Firenze, il lampadario della Cattedrale disegnato da Giorgio Vasari e tanto altro.

Accessibilità garantita

La Pinacoteca ed il giardino vescovile includono tutti i presidi necessari alla visita delle persone con disabilità e presto verrà arricchita da una sezione dedicata ai non vedenti. Il bilancio delle visite è un grande successo, centinaia di persone, in tutta sicurezza ed in gruppi di quindici hanno potuto visitare le sale e le opere esposte.