Dantedì: l’attualità sempre viva della “Divina Commedia”

I ragazzi della Secondaria “Don Giussani” alle prese con il sommo poeta ai tempi del Covid e del digitale

Come userebbero i social network i personaggi della Divina Comemdia?

Beatrice, Dante, Virgilio, Ulisse, Caronte, Paolo e Francesca… Chi non conosce questi personaggi della Divina Commedia? Molti ricordano citazioni come “Amor ch’a nullo amato amar perdona”, oppure “Fatti non foste a viver come bruti”. Dante, soprattutto nella cantica dell’Inferno, rappresenta in modo quasi visivo questi personaggi, che sono eterni e hanno affascinato l’immaginazione di numerose generazioni. Ma vi siete mai chiesti come sarebbero Dante, Virgilio e tutti gli altri ai nostri giorni? Come userebbero i social?

In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante, gli alunni della “Don Giussani” hanno partecipato ad una delle tante iniziative proposte dal Ministero dell’Istruzione, “Dante Futura Live”, prendendo parte al laboratorio “#Dantesocial”. Nasce così l’iniziativa Dantedì.

Nonostante la DAD, i ragazzi hanno collaborato e hanno avuto l’idea di attualizzare le vicende del poeta e dei suoi personaggi, creando i loro profili social. L’esperienza ha rappresentato un’occasione per guardare Dante, Virgilio, Beatrice, Paolo e Francesca, Ulisse, Caronte con gli occhi dei nativi digitali.

Francesca, una ragazza come tutte

Trasportarli nel mondo dei social ha permesso di avere con loro un contatto più diretto, sentendoli così più vicini a noi. In fondo Francesca è una ragazza come tutte che non vede l’ora di gridare al mondo il suo amore:

“Ciao a tutti ragazzi, mi chiamo Francesca e sono nuova su questo social. La mia storia non è tutta rose e fiori; al contrario si rivelerà molto complicata…#storia complicata. Tutte da bambine avevamo un desiderio: sposare un bel #principe azzurro che ci veniva incontro con un maestoso cavallo bianco. Ma evidentemente questo non era il mio destino, un sogno nel cassetto irrealizzabile. Infatti senza alcun sentimento nei miei confronti la mia famiglia mi diede in sposa a Gianciotto Malatesta, un uomo molto più anziano di me ma con un bel patrimonio. Per favore non giudicatemi, ma con lui non fu per nulla amore a prima vista, quello che provai, invece, quando incontrai suo fratello Paolo, un ragazzo di due anni più grande di me…”.

L’amore, il sentimento che ieri come oggi è motore della vita o “comedìa”, come la definisce Dante. In Ulisse, curioso e assetato di nuove esperienze, hanno voluto rappresentare il desiderio, tipico dei ragazzi, di non fermarsi davanti agli ostacoli per costruire un futuro migliore.

Grazie a questo progetto, dunque, abbiamo potuto far “rivivere” i personaggi della Divina Commedia insieme al suo autore in modo da trasporre nel presente le loro caratteristiche, senza alterare però il senso profondo attribuito da Dante alle loro vicende.

Ma come se la caverebbero Dante, Beatrice e gli altri al tempo del Covid?

“Dante e Beatrice decisero di indossare le mascherine e di andare a visitare la città di Ascoli Piceno, ma dopo un po’ incontrarono un poliziotto che gridò: “Voi due cosa ci fate in giro? È vietato uscire! Non sapete forse che c’è il coprifuoco?”

Gli studenti delle classi prime hanno scritto delle fiabe originali e molto significative, che attualizzano la figura del sommo poeta, trasportandolo nelle nostre città, segnate dalla pandemia. Dalle parole dei piccoli scrittori emerge l’esigenza di trasmettere normalità e serenità, la speranza che il sommo poeta intervenga per liberarci dai mali del mondo: Covid, guerra, razzismo, discriminazione. Dante incontra diversi personaggi noti, come Falcone e Borsellino, simboli della lotta alle mafie, o il cantante Vasco Rossi, che lo aiuta a diffondere un messaggio di solidarietà e amicizia.

Vorremmo tutti che Dante, in veste di supereroe, arrivasse a salvarci dal Covid, riportandoci alla normalità. Lui che è il padre della nostra lingua, potrebbe essere anche il simbolo di un’Italia più forte e più unita. Vogliamo concludere così, con le parole di una fiaba che fa riferimento alla nostra unica arma per sconfiggere il Covid: “Raccolti tutti gli ingredienti, Dante andò dal mago che creò subito la pozione che venne chiamata vaccino, così salvarono Virgilio insieme a tutto il resto del mondo e finalmente, vissero tutti felici e contenti!”.

Dante: parole che mantengono vitalità e freschezza anche dopo 700 anni

Tuttavia Dante ci ha davvero lasciato qualcosa di miracoloso: la sua lingua, il volgare, da cui deriva il nostro Italiano. Le sue parole hanno mantenuto vitalità e freschezza anche dopo 700 anni.

Dal “Galeotto” di Paolo e Francesca fino al famoso “amor che move il sol e l’altre stelle”: le espressioni della Commedia sono ancora attuali. Certamente molti ricordano a memoria alcune delle terzine più famose, come il “fiero pasto” del Conte Ugolino o il “folle volo” di Ulisse, oppure ancora “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”, che ci rimanda alla triste storia d’amore di Paolo e Francesca. Ma forse non sapete che molte delle espressioni coniate da Dante hanno attraversato i secoli e sono usate ancora oggi.

La classe IID della Secondaria si è cimentata in un’indagine per individuarle. Ad esempio l’espressione “Senza infamia e senza lode”, con la quale oggi definiamo una persona mediocre, è usata da Dante nel III Canto dell’Inferno riferendosi agli Ignavi, cioè coloro che nella vita non avevano mai preso una posizione, rinunciando a combattere.

Se non vogliamo “lasciare ogni speranza”, per usare nel modo più opportuno “il ben dell’intelletto”, cerchiamo di riscoprire la bellezza e l’attualità delle parole di Dante, che si prestano a descrivere, con la loro capacità espressiva, anche la nostra realtà.

di Annalisa Sardelli

 

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