Eccolo che si avvicina, inevitabile, implacabile nella sua universalità veicolata dal consumismo, inesorabile con il suo contorno di lucine, dolci, canzoni e pacchettini infiocchettati: è il Natale!

In tutto il romanzo “Fuga dal Natale” se ne respira l’atmosfera. Si può facilmente sentire ed immaginare l’odore delle strade bagnate, il profumo del tacchino in forno e dei biscotti alla cannella appena sfornati. Si gode del calore del caminetto acceso mentre fuori cadono i fiocchi di neve e il coro intona le più famose canzoni natalizie. Al Natale non si sfugge.

L’aspetto consumistico del Natale

Il romanzo è comico ma, attraverso l’ironia, si concentra molto sugli aspetti consumistici e sull’insensato materialismo del Natale. Possibile che le feste natalizie siano ormai un mero vincolo sociale, fatto di riti confezionati, acquisti inutili e formalità sgradite? Da come John Grisham descrive il calvario emotivo della coppia protagonista del romanzo pare proprio di sì. Tutti noi, probabilmente, almeno una volta nella vita abbiamo pensato, come i protagonisti del romanzo, Luther e Nora: “Quest’anno, basta! Basta coi regali costosi e inutili, basta con le abbuffate, con gli auguri formali, con le renne e gli abeti!”

La crociera

La loro figlia, Blair, è partita, proprio nel giorno del Ringraziamento per una missione umanitaria di due anni in Perù, così Luther ha avuto un’idea: “Perché, quest’anno, non saltare le spese pazze e gli inutili formalismi del Natale e farsi invece una bella crociera?” Nora, sebbene molto più dubbiosa, si è fatta convincere.

E’ iniziata così la loro ribellione contro i vari venditori di alberi, biglietti d’auguri, e calendari della Polizia. Contro i cassieri del supermercato che, improvvisamente, ricordano i nomi dei loro clienti e sorridono per ottenere una mancia più generosa, gli articoli dai prezzi folli, i vestiti nuovi per spiccare sugli altri alle cene aziendali. Contro i regali e biglietti d’auguri costosi e di cortesia, la gara delle luci dei vicini e il cibo in gran quantità che, spesso, non viene consumato (come le fruit-cake che fanno il giro dell’ufficio di Luther e finiscono nella spazzatura al rientro dalle ferie).

Non solo. Grisham ci pone davanti al contrasto fra la beneficenza e l’egoismo o il morboso attaccamento al denaro delle persone che svolgono l’attività di volontariato (emblematica, in proposito, è la scena al rifugio per le donne maltrattate).
E se Nora da una parte appoggia il marito per scappare dall’idea di un Natale diverso dal solito senza la sua Blair, dall’altra non riesce in cuor suo a rimanere insensibile ai vicini, sdegnati e allibiti dal loro egoismo, che non ammettono l’idea che nella strada possa esserci una casa senza decorazioni e, soprattutto, senza Frosty, l’uomo di neve che ogni casa deve assolutamente issare sul tetto. Vic Frohmeyer, il “capo strada” autoproclamato, colui che controlla ogni mossa dei vicini, è sul piede di guerra e fomenta gli altri abitanti della via.

Un romanzo divertente

Vi aspettate un romanzo divertente? Avete ragione, il libro è un’ironica provocazione che regala momenti di puro divertimento. Scritto in modo fluido e profondamente informale grazie all’utilizzo di termini colloquiali tra i quali brouhaha (una situazione che causa trambusto, confusione, rumore), consente di danzare tra le pagine in modo molto agile e di leggere questo racconto in poco tempo.

Il clima è un po’ quello da “Mamma, ho perso l’aereo”. Vicende rocambolesche, gag comiche, personaggi un po’ caricature di se stessi con un intreccio divertentissimo. Un’ironica provocazione che regala momenti di puro divertimento, una storia molto lontana da quelle a cui Grisham ha abituato i suoi lettori, la sperimentazione di un genere diverso, del tutto legittima, all’interno della più vasta produzione dei legal thriller che lo hanno reso celebre. Questo libro però vi farà anche arrabbiare e molto.

I vicini ficcanaso

Non riuscirete a concepire come i vicini di Luther e Nora possano essere ficcanaso e presuntuosi fino al punto di voler insegnare loro a vivere, tacciandoli di egoismo quando i veri egoisti sono proprio loro, che non rispettano le loro scelte. Vi sembrerà che lo stesso cognome di Luther e Nora (“Krank”, in tedesco, significa malato) sia una non troppo velata critica dell’autore al loro comportamento. Ma poi, quando il paesaggio si farà di zucchero e frutta candita, non potrete fare a meno di sciogliervi davanti ai vicini che faranno a gara per risolvere il “pasticcio” combinato dai Krank senza che Blair sospetti niente, al calore della festa improvvisata, e soprattutto a un gesto di grande generosità verso un vicino particolarmente sfortunato.

Il messaggio

Il messaggio fondamentale del romanzo in realtà è che dietro i regali fatti più o meno con il cuore, dietro le abbuffate di cibo, dietro le visite di cortesia di gente che si incontra una sola volta all’anno, il Natale può davvero ancora essere una ricorrenza speciale, un modo per ricordarsi di quanto gli affetti arricchiscano la vita di ciascuno di noi ben più degli oggetti e di quanto possa essere gratificante donare senza aspettarsi nulla in cambio.

L’Autore

John Grisham è autore di trentasette romanzi, un saggio, una raccolta di racconti e sette romanzi per ragazzi, tutti bestseller editi da Mondadori, molti dei quali diventati film di grande successo. Le sue opere sono tradotte in quarantacinque lingue. Vive in Virginia e in Mississippi.

Anna Maria Laurano
anna maria laurano@libero.it