Ecco un’escursione completa che offre il meglio della Laga: ampi panorami di cresta, estese foreste di faggi e abeti bianchi, torrenti e cascate d’acqua dappertutto. E’ un anello conosciuto, un po’ lungo (18,6 km) ma con un dislivello più che accettabile di circa 750 m, di solito proposto in senso antiorario, bello da fare anche a rotta invertita.

L’itinerario spiegato passo dopo passo

La località di partenza è Ceppo, raggiungibile da Ascoli Piceno in meno di un’ora passando per Valle Castellana, ma conviene percorrere altri 800 metri dentro al fitto bosco e lasciare l’auto dopo il camping (quota 1380 m). Si prende lo stradello che sale a Lago dell’Orso per lasciarlo subito e seguire lo sterrato in salita individuato dalla vecchia segnaletica del Sentiero Italia, il più lungo trekking del mondo attraverso Alpi, Appennini ed Isole che il CAI sta adesso risistemando sia a piedi che in mtb (https://sentieroitalia.cai.it/).

La tana dei montanari

Usciti dal bosco, un cartello indica la località La Casetta (1700 m) e, guardando in basso, si vede un piccolo rifugio dal tetto verde, “tana” di Remo Chiodi e di altri storici montanari ascolani che tanti anni fa scoprirono i monti della Laga, per primo Marco Florio, e da allora frequentano l’ameno posto davanti alla catena del Gran Sasso ed accolgono gli amici che li vanno a trovare. Altri 100 metri di dislivello e si raggiunge il Lago dell’Orso, individuato dall’omonimo casale e da un laghetto così piccolo che rischia di provocare una delusione per chi lo vede per la prima volta.

Il Sentiero Italia CAI prosegue a sinistra per poi scendere al punto tappa del borgo di Padula, visibile nel fondovalle, mentre il nostro itinerario sale per la panoramica cresta della Storna che punta dritto a Pizzo di Moscio (2441 m). Al bivio a quota 2032 m si prende un altro sentiero a destra che percorre il versante a mezza costa per scendere agli stazzi della Morricana (1750 m), l’ampia testata a prati della valle Castellana segnata dai rivoli d’acqua da guadare che formano più in basso bellissime cascate. La zona è segnata da un casaletto del pastore ed in un trekking di molti anni ci arrivammo nel momento in cui avevano fatto la ricotta che ci fu offerta con il mestolo ancora calda.

Scendiamo nel bosco

Da qui inizia la discesa nel bosco che non ci lascerà più fino a Ceppo; l’unico spazio aperto è in corrispondenza della prima spettacolare cascata della Morricana, alta ben 40 metri. Il sentiero sbuca poi nella strada forestale di Bosco Martese che va percorsa con pazienza – è lunga quasi 6 km! – contando sul fatto che, immersi tra gli alberi, si fa montagnaterapia. Il bosco d’alto fusto si distingue non solo per la presenza del faggio, ma anche, nell’area centrale, dell’abete bianco. Ad un certo punto, il rumore dell’acqua in movimento scompare, perché intercettata dalla derivazione Enel del canale di gronda che va a riempire il lago di Campotosto.

Il sentiero della Libertà

Un’altra notazione è di tipo storico, perché stiamo percorrendo un tratto del Sentiero della Libertà, luogo della memoria e dell’impegno civile: qui il 25 settembre del 1943 si svolse la battaglia del Bosco Martese tra gruppi partigiani e truppe tedesche, definita da Ferruccio Parri “la prima nostra battaglia in campo aperto” nella lunga strada verso la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Giunti a Ceppo, ci aspetta una sorpresa: dopo la chiusura dell’albergo Julia e del vicino ostello, il posto è tornato di nuovo ad essere frequentato grazie ad un gruppo di Rocca Santa Maria che ha recuperato un edificio sul piazzale sistemandolo a rifugio, con camere, bar e ristorante (www.rifugioilceppo.it). La cosa più interessante per una fine escursione è la possibilità di acquistare carne nella macelleria interna, compresi i famosi arrosticini abruzzesi, per cucinarla nei bracieri messi a disposizione all’esterno.

di Franco Laganà