I Giochi Olimpici si sono conclusi da poco e l’Italia è medaglia d’oro nella staffetta 4×100. Una gara dove, oltre ad essere veloci, è importante il momento del passaggio del testimone. Se il testimone dovesse cadere, infatti, la squadra verrebbe addirittura squalificata nonostante la velocità.

Quando penso alle conquiste della scienza mi viene in mente una staffetta lunga come la storia dell’Umanità. Una staffetta in cui ogni uomo di scienza ha passato il testimone del suo sapere scientifico alle generazioni successive e così via fino ad oggi.

Il progetto “Memoria di ghiaccio”

In questo articolo vi parlerò di uno dei progetti di ricerca che identifica in pieno questa proiezione degli scienziati odierni verso il futuro e soprattutto verso le future generazioni. Il progetto Ice Memory, la memoria del ghiaccio.

Per capire l’importanza di questo progetto, nato dall’idea di glaciologi italiani, francesi e svizzeri ed ora riconosciuto a livello mondiale, dobbiamo sapere che i ghiacciai, sia quelli montani che quelli delle calotte polari, sono uno degli ambienti più suscettibili al cambiamento climatico (tanto che spesso i ricercatori li definiscono “sentinelle” del cambiamento climatico). I ghiacciai sono anche degli archivi naturali contenenti informazioni sulle passate condizioni climatiche della Terra.

Le carote di ghiaccio

I glaciologi che si occupano di ricostruzioni climatiche, studiano le cosiddette “carote di ghiaccio” (ice cores). Lunghissimi cilindri di ghiaccio estratti, un metro alla volta, con complesse operazioni di carotaggio che avvengono in condizioni estreme. Da questi cilindri di ghiaccio, gli scienziati sono capaci di estrarre i gas presenti in minuscole goccioline di aria rimaste intrappolate nella neve che solidificando ha dato origine al ghiacciaio. Dall’analisi di questi gas ricostruiscono le condizioni dell’atmosfera di quel periodo.

Le carote di ghiaccio ci danno una ricostruzione dettagliata, talvolta anno per anno, delle condizioni dell’atmosfera del passato. Le carote riescono inoltre a farci viaggiare indietro nel tempo fino a quasi un milione di anni.

I cilindri estratti dai ghiacciai polari, in Antartide e Groenlandia, sono importanti per le ricostruzioni paleoclimatiche su scala mondiale. Da qualche lustro però i ricercatori sono interessati anche ai dati che si possono ottenere dalle carote estratte dai ghiacciai montani. Questi ghiacciai, infatti, poiché si trovano più vicini agli insediamenti umani hanno “registrato” nei loro strati l’inquinamento antropogenico su piccola scala e potrebbero essere utili ai decisori politici nella valutazione e predisposizione di eventuali azioni di mitigazione a livello locale.

Il riscaldamento globale

Da qualche decennio, a causa del riscaldamento globale, tutti i ghiacciai montani sono in regressione. Questo comporta che la loro parte superficiale si sciolga e si infiltri negli strati sottostanti compromettendo per sempre la possibilità di estrarre i dati sul clima passato di cui ho scritto sopra.

La comunità scientifica che studia il clima non può permettersi di perdere questo immenso patrimonio di informazioni sul clima del passato. Per questo è nato il progetto Ice Memory. Lo scopo del progetto è quello di raccogliere carote di ghiaccio in diversi ghiacciai montani del mondo prima che scompaiano e conservarle in un deposito in Antartide.

Un testimone di ghiaccio

Una corsa contro il tempo per poter mettere questo ghiaccio, destinato a scomparire in fretta a causa del riscaldamento globale, a disposizione delle prossime generazioni di ricercatori anche di quelli che nasceranno quando questi ghiacciai non esisteranno più. Gli scienziati promotori di questo progetto prevedono, infatti, che in futuro i ricercatori avranno a disposizione tecnologie più avanzate di quelle di oggi tanto da riuscire ad ottenere dal ghiaccio dei dati e delle informazioni oggi impensabili. Sul sito di Ice Memory si legge che i partners del progetto condividono alcuni valori: hanno fiducia nella scienza, hanno a cuore l’interesse pubblico e credono nelle generazioni future. Ecco il senso di questa staffetta scientifica intergenerazionale: un testimone, in questo caso di ghiaccio, che viene passato, letteralmente dal passato, alle generazioni del futuro. Anche in questo caso, perdere il testimone/ghiaccio significherebbe non poter più correre la staffetta.

Per maggiori informazioni sul progetto Ice Memory si può consultare il sito: https://www.ice-memory.org/ice-memory-+/ 

a cura di Alessia Cicconi