Ferretti: “Valorizziamo Ascoli con strumenti innovativi”

Prosegue la nostra rubrica dedicata alla candidatura di Ascoli a capitale della cultura 2024. Dopo l’intervista al sindaco Marco Fioravanti, oggi ospitiamo l’assessore alla cultura Donatella Ferretti.

Il sindaco Marco Fioravanti, nel corso del primo appuntamento, ci ha parlato dell’importanza del processo intrapreso, forse ancor più del risultato che si otterrà, soprattutto per le ricadute che questa avrà sul territorio; è così?

Assolutamente. Pensiamo fin da subito ad un percorso partecipato e condiviso a livello territoriale. Una delle prime cose fatte è stato coinvolgere i sindaci dei 32 comuni della provincia di Ascoli Piceno proprio per condividere con loro sia il progetto della candidatura sia il percorso. Ed in effetti tutti i sindaci nei loro Consigli comunali o nelle loro giunte hanno approvato un documento che concretamente sostiene la nostra candidatura.

La candidatura, comunque, prevede una coinvolgimento territoriale anche molto concreto. Infatti, noi supporteremo le iniziative dei vari comuni della provincia che andranno nella direzione intrapresa dal dossier che stiamo costruendo. Quindi il percorso è e sarà importante tanto quanto un risultato che, comunque, speriamo di conseguire.

Mi sembra che questo sia già un passo avanti per quanto riguarda una cultura tipica della provincia, spesso caratterizzata da qualche campanilismo. Quanto è importante in questo momento fare rete e fare squadra?

È molto importante davvero. Bisogna ragionare in termini di territorio. Ormai è chiaro che si vince solamente se si mettono insieme le risorse e le differenze dei territori. Lo vediamo anche per quanto riguarda per esempio i riconoscimenti UNESCO. In generale vengono premiate le reti, i consorzi, le sinergie e le territorialità. Quindi è così che soprattutto per il futuro bisogna ragionare e progettare.

Parlando di territorio, quali possono essere i nostri punti di forza e quali di debolezza?

Bisogna tener presente una frase del ministro Franceschini per me molto illuminante. Ovvero che la designazione a Capitale della Cultura non è un concorso di bellezza. Cosa vuol dire? Vuol dire che non bisogna enunciare ed enumerare le proprie bellezze, qualità di cui Ascoli peraltro è piena. Infatti non manca, né di una bellezza architettonica né di una storia importante né di un patrimonio artistico notevole. Quello che si valorizza è il progetto, cioè verso dove stai andando, dove porti la tua città dal punto di vista culturale in senso ampio. Per cui è chiaro che in questa visione strategica futura giocano in gara anche le fragilità.

In questo senso, l’obiettivo è valorizzare il percorso che Ascoli sta intraprendendo dal punto di vista culturale, cercando di far emergere la città da una oscurità, da un nascondimento che viviamo un po’ da sempre. Quindi far emergere oltre i confini ristretti della provincia e della regione le bellezze, le risorse e le iniziative di Ascoli. La sfida sarà fare questo utilizzando strumenti fortemente innovativi. Cioè coniugare una storia importante con strumenti del futuro e sperimentali. Questa è la sfida che ci siamo posti.

Dal punto di vista delle altre candidature in campo certamente ce ne sono alcune particolarmente insidiose: città belle con una storia importante. Penso a Siracusa, penso a Vicenza, penso a Lucca che comunque ha fatto un passo indietro rispetto alla sua idea di candidatura per sostenere Viareggio.

Dalla nostra parte c’è un centro Italia che sicuramente non è mai stato premiato. C’è poi un’appartenza all’area del cratere che ci ha richiesto sforzi ulteriori per rilanciare questo territorio; questo aspetto potrebbe essere premiante. Poi, siamo una città di media medio piccola; anche questo secondo me è un fattore che potrebbe giocare a favore.

Quindi i requisiti ci sono, il lavoro che si sta facendo, guidato dal dottor Bisirri che è un ottimo progettista, è un lavoro che coniuga la conoscenza del territorio (perché nel gruppo di lavoro siamo tutti ascolani) con una visione un po’ più ampia che ci viene da collaborazione esterne che ci danno quella dimensione più generale e più avanzata. Noi siamo abbastanza soddisfatti e in ogni caso, come dicevamo prima, il percorso sarà importante già di per sé; tra l’altro, in ogni caso la progettualità che metteremo in campo verrà comunque realizzata al di là del successo o meno di questa candidatura.

A che punto è la costituzione del comitato di scopo che avrà un fondamentale ruolo d’indirizzo?

L’avviso pubblico che abbiamo fatto scade oggi (2 agosto, ndr), abbiamo già avuto delle adesioni. Questo comitato sarà una sorta di gruppo di saggi. Infatti, non si tratta semplicemente di sponsor, ma di una sorta di nuovo mecenatismo, perché oltre a quella che è una contribuzione in denaro ci sarà una collaborazione strettissima tra l’amministrazione comunale (il sindaco presiederà tutto comitato) e i soggetti economici che vorranno partecipare. Si tratta di un approccio inedito per il nostro territorio: un’alleanza tra pubblica amministrazione e soggetti economici del territorio allo scopo di valorizzare culturalmente Ascoli e la provincia più in generale.

di Stefania Mistichelli